Fabrizio Rongione e il fantasma di Borromini

L'attore caro ai Fratelli Dardenne è protagonista del film di Eugène Green La Sapienza, in concorso a Locarno, che prende spunto dalla travagliata vita dell'architetto barocco


LOCARNO – “È un film sulla saggezza e sulla conoscenza, quest’ultima intesa come il percorso che porta a questo stato di grazia”. E’ così che Eugène Green, il regista di Le monde vivant e A Religiosa Portuguesa, presenta al Festival di Locarno il suo ultimo film, La Sapienza, uno dei due italiani (in realtà si tratta di una coproduzione italo-francese) selezionati per il Concorso internazionale (l’altro film è Perfidia di Bonifacio Angius), che ripercorre la vita travagliata dell’architetto barocco Francesco Borromini. Il titolo trae ispirazione da quello che è considerato il suo capolavoro piu grande, la chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza a Roma, mentre l’idea del film “nasce – sottolinea Green – dal desiderio di evocare con i mezzi del cinema l’opera e l’esistenza di un artista che seppur riscoperto solo nel Novecento ha rivoluzionato il suo tempo”.

Prendendo le distanze da un approccio documentaristico “che rispetto, ma che trovo troppo limitante”, il regista spiega che è sempre stato animato dalla convinzione che soltanto attraverso la finzione si possano raccontare le grandi verità. Ecco quindi che la vita dell’architetto svizzero-italiano (Borromini nacque nel 1599 nell’attuale Canton Ticino) prende forma attraverso un personaggio inventato per il grande schermo, che, come lui, vive una profonda crisi quando viene messa in discussione la sua libertà personale, di artista e di uomo. “La storia ci ha posto da sempre di fronte a questo contrasto fra individuo e potere. E da sempre le risposte possibili sono state fondamentalmente due: da un lato c’era chi si uniformava all’autorità, ricevendo in cambio fama e riconoscimento, mentre dall’altro si trovavano coloro che, non accettando il compromesso, pagavano la loro libertà vivendo ai margini della storia del proprio tempo. In questo senso, nel mio film diventa fondamentale la contrapposizione fra Bernini, uomo del potere e, appunto, Borromini, che ha sempre vissuto alla periferia del suo mondo”.

Man mano che la storia si sviluppa dunque, la vita di Alexandre, architetto parigino che non riesce più a trovare un senso al proprio lavoro, così come al proprio matrimonio, si interseca con quella del Borromini, arricchendosi, grazie ad un viaggio in Italia e all’incontro con due adolescenti, fratello e sorella, di elementi che gli consentiranno di arrivare a quella “sapienza in grado di portare alla saggezza”. La coincidenza delle vite dei due architetti “annulla le distanze fra passato e presente” e sintetizza l’idea di cinema di Green che vede la settima arte molto simile all’architettura “in entrambi i casi l’artista e il regista creano uno spazio e un tempo in cui far entrare lo spettatore, fabbricando un presente che contiene un passato e un futuro”. Nello spazio della finzione gli attori di Green (il protagonista è Fabrizio Rongione, attore belga di origine italiana noto soprattutto per la sua collaborazione con i fratelli Dardenne) danno corpo più a delle funzioni che a dei personaggi: “In questo film non ho voluto la minima intonazione psicologica. E ho trattato la parola togliendola dalla posizione privilegiata e centrale che ha in teatro, perché nel cinema il linguaggio ha la capacità di liberare energia e ha il compito di farlo”.

Prodotto da La Sarraz Pictures di Alessandro Borrelli, in collaborazione con la Mact Productions di Martine De Clermont-Tonnerre, il film è stato sostenuto per la parte italiana (il costo totale è di 800.000 euro) da MiBACT, Rai Cinema, Film Commission Torino Piemonte e Roma Lazio Film Commission, e sarà distribuito in Italia dallo stesso Borrelli che si è detto molto soddisfatto di essersi occupato di un regista ancora sconosciuto al pubblico italiano: “Questo è chiaramente un film da festival – spiega – e infatti ha già ricevuto diverse richieste, però l’idea è quella di farlo uscire tra novembre e dicembre 2014 anche in sala, con una programmazione alternata, in modo da tenerlo al cinema più tempo e garantirsi, grazie al passaparola, una maggiore affluenza di pubblico”. Il produttore torinese ha inoltre annunciato che il nuovo film di finzione dei fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio, Oktober, un “revenge movie” che sarà girato alla fine del 2015. Per il momento i due registi sono impegnati nella realizzazione de I ricordi del fiume, un documentario sulle baraccopoli di Lungo Stura Lazio a Torino.
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