Fabrizio Frizzi


Ha iniziato la sua carriera nel 1976 come dj in una radio privata, la sua versatilità e la sua effervescente simpatia gli fanno conquistare in poco tempo la popolarità. Il successo per Fabrizio Frizzi arriva grazie al programma televisivo, “Il barattolo” (1980), al quale segue subito la trasmissione, “Tandem” (1982- 1987). Da allora si susseguono molti fortunati varietà che lo conducono alle prime serate, come “Fantastico”, “Donna sotto le stelle”, “Scommettiamo che..?”, “Per tutta la vita”, fino ai popolarissimi programmi di “Domenica in” e di “Miss Italia”. Frizzi offre persino riuscite performance di attore nella fiction di Raiuno Non lasciamoci più e di doppiatore in Toy Story e in Toy Story 2, prestando la sua voce al personaggio Disney, Woody, che in America è stato doppiato da Tom Hanks. Dopo aver debuttato in teatro con la commedia “Lo sbaglio di essere vivi” di Aldo De Benedetti, Frizzi conduce attualmente “Cominciamo bene”, fortunato talk- show di RaiTre.

Fabrizio Frizzi, quale film consiglia assolutamente di non perdere?
La seconda notte di nozze di Pupi Avati.

Perché?
E’ una storia forte ed emozionante dai toni sommessi e delicati e poi l’inconfondibile stile di Avati mi piace moltissimo.

Che genere di film preferisce?
Le commedie all’italiana, sul genere di Amici miei o Nell’anno del Signore. Sono film che vedevo spesso perché mio padre era un distributore cinematografico e portava di continuo in casa le novità italiane del momento. Poi mi piace anche il fantasy scientifico, come Minority Report di Steven Spielberg e i gialli.

Qual è il film italiano più bello che ha visto di recente?
Manuale d’amore di Giovanni Veronesi, ma premetto che ancora devo vedere Romanzo criminale di Placido e La bestia nel cuore della Comencini.

Due buoni motivi per vederlo?
E’ uno di quei film che mi riporta alle commedie italiane degli anni Sessanta. Unisce alla capacità di far ridere la bravura degli attori, le atmosfere e i comportamenti sociali tipicamente made in Italy.

Preferisce il blockbuster americano o il film italiano d’autore?
Sono un grande amante del cinema italiano, di autori come Ozpetek, Avati o Muccino. Spero che i film italiani di successo possano poi aumentare la visibilità di altre pellicole nazionali meno fortunate, ma ugualmente interessanti.

Quale film sconsiglia assolutamente di vedere?
Le commedie americane troppo edulcorate. E poi, paradossalmente, l’unico film durante il quale ho sbadigliato è 2001 Odissea nello spazio di Kubrick: ma non è certo un film che sconsiglio di vedere, anzi lo rivedrò per capire che effetto mi fa a distanza di anni.

Quale attore italiano ha apprezzato di più recentemente?
Ce ne sono tanti, ma quello che trovo più emozionante è Luigi Lo Cascio.

Qual è l’attrice italiana che più le piace?
Giovanna Mezzogiorno.

 

E l’attore italiano che rimpiange di più?
Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Nino Manfredi, perché oltre alla loro bravura c’era tra noi un rapporto affettuoso, che ho coltivato nel tempo. Manfredi era, in particolare, amico di mio padre e poi ho lavorato spesso con la figlia Roberta.

Quale film rivede sempre volentieri?
Amici miei di Mario Monicelli.

A quale regista darebbe il Leone alla carriera?
A Pupi Avati e a Steven Spielberg.

Qual è il più bel film d’amore che ha visto?
Ovunque nel tempo di Jeannot Szwarc, con Christopher Reeve e Jean Seymour: non è un film molto conosciuto, ma la storia mi ha sempre appassionato. Racconta di un uomo che vede il quadro di una donna e se innamora al punto che riuscirà a farsi trasportare nel passato pur di starle accanto.

Quale genere di film non andrebbe mai a vedere?
Da ragazzo mi piacevano molto gli horror, ma adesso non sopporto storie violente, ho bisogno di serenità.

Quale sarà il prossimo film che vedrà?
Match point di Woody Allen e La bestia nel cuore di Cristina Comencini.

Quale personaggio le sarebbe piaciuto interpretare sul grande schermo?
Il ferroviere di Pietro Germi, perché è un film legato, per certi versi, alla mia famiglia. Mio nonno era ferroviere e morì, come nel film, la notte di Natale e poi fu la prima pellicola che distribuì mio padre e che sancì il suo successo professionale.

autore
07 Febbraio 2006

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