Fabrizia Sacchi, napoletana, formazione all’Accademia D’Arte Drammatica Silvio D’Amico, esordio con Peter Del Monte, più di dieci film in dieci anni, presenza impressionante in Ormai è fatta, The Protagonists, Il Guerriero Camillo, Nessuno, Preferisco il rumore del mare e prossimamente in Juri, Come si prepara un martini e soprattutto Tandem, futuro successo di Lucio Pellegrini, sfugge a facili categorizzazioni.
È bellissima, ma la sua bellezza non concilia, piuttosto trova conturbanti vie di fuga nelle forme plastiche di un corpo fatto per l’occhio della mdp. È bravissima, basta vederla su un palcoscenico trasformare a piacere il gesto e la voce.
Amata da molti artisti complessi, su tutti Leo De Berardinis con cui collabora da anni, Fabrizia, che ha recentemente prodotto un videoclip per il gruppo italiano dei Residante, si presenta al nostro appuntamento bolognese, dove sta preparando lo spettacolo Come una rivista, con un walkman alle orecchie e ammette di sentire i risultati delle partite dell’adorata Inter mentre De Berardinis crede che stia ascoltanto Rachmaninov per concentrarsi…). Folgorante tailleur giallo di Fendi, indossato con la casualità delabrée di una che sarà star… Posteggia la bicicletta accanto al tavolino del bar e ordina un centrifugato di carote. Nella borsa scorgo alcuni fumetti e un volume, I Guermantes
Quanti anni hai?
Ventitre (ride) e vabbè ventinove…
Perché hai deciso di fare l’attrice?
Mi avevi promesso che non mi facevi questo tipo di domande (sbuffa)… l’ho scelto per caso
Come hai cominciato?
Con il film di Peter Del Monte: ho fatto un provino ma non ero un’attrice e lui voleva il tipo di verità che solo i non attori possono offrire. Si trattava di Tracce di vita amorosa.
Fu stroncatissimo…
Lo so, mi ricordo a Venezia, fu Valerio Caprara (critico del Mattino di Napoli, ndr) il primo a dire che era orrendo.
Quanto pesa una stroncatura nel tuo lavoro?
Per niente… Tracce era un film bellissimo. Quando mi stroncano io persevero sulla stessa strada.
Critici, coloristi, uffici stampa: che ne pensi?
Ma perché mi fai queste domande? (ride) mi fai passare per la rompiscatole di turno…
Dopo “Tracce” hai capito che quella della recitazione era la tua strada?
Subito. Presi un agente e feci Nel continente nero, poi è arrivato Nessuno di Francesco Calogero.
Che ne pensi di Calogero?
Mi piace molto come persona. Ed ha un gusto raffinato come cineasta.
Sappiamo che hai diviso casa con lui e con un gruppo di attori e cineasti.
Sì… a quell’epoca eravamo io, Francesco, Stefano Incerti, Ninni Bruschetta.
Susanna e i vecchioni… Nessuno che ci ha provato?
No!
Che signori!
Si!
Avevate la sensazione di essere il futuro del cinema e del teatro?
Questo è ancora da vedere.
Dunque, parlavamo di agenti: sono importanti?
Sì, ma non fondamentali.
Cosa è fondamentale?
Il lavoro e il desiderio. Le scelte. Bisogna avere un progetto, è la sfera personale che conta: come ti vesti, come cammini, come vivi, quello che osservi e vedi e desideri e quello che vuoi proporre.
E tu cosa vuoi proporre?
Nel momento in cui partecipi a un progetto devi essere come un’attivista politica, prendere parte a una progettualità radicale e sensata, o almeno provare a farlo… certo non essere mercenaria.
Come ti vesti?
Come mi pare.
Vedo che ti piacciono i colori.
Sì, però sono stufa di tutti questi viola e rosa che imperversano nelle vetrine, e quindi credo che tornerò allo scuro, per un po’.
Mi sembra anche che tu abbia una certa passione per Fendi.
Beh sì… mi piace molto.
Quanto spendi su te stessa?
Tutto quello che mi guadagno onestamente…
Hai amiche attrici?
Sì! Le mie amiche sono attrici, forse sconosciute, ma ho il privilegio di essere intima con la più grande attrice italiana, Elena Bucci.
Le amicizie nascono sui set? Hai fatto quattro film in un anno…
No. Preferisco gli attori di teatro…a proposito dei miei quattro film oggi ho letto che il film di Mimmo (Calopresti, ndr) incassa bene, sono contenta!
Ami i film che hai fatto?
Sì, da un po’ di tempo a questa parte, potendo scegliere, li amo tanto.
Ami il lusso?
(Ride) Il lusso è quello che ci prendiamo liberamente… il lusso di una tournée povera ma artisticamente travolgente!
Insomma, sei una delle attrici più eleganti, ti hanno vista uscire dall’Enoteca Pinchiorri, duetti con Leo De Berardinis, hai prodotto un videoclip e leggi Proust e i fumetti di Julia e Alan Ford! Complimenti!
Grazie…
Amori?
(glissa) Tanti.
Qual è il regista con cui hai preferito lavorare?
(ride di gusto e non risponde)
E il nudo?
Mi piace.
E gli amori?
In che senso? (evidentemente vuole glissare su questa domanda)
All’inizio hai detto di avere 29 anni, non è che te ne togli qualcuno?
No! (offesa) li ho appena compiuti! È inutile toglersi gli anni, tanto il tempo passa per tutti. Ma ognuno fa quello che vuole.
Anche la chirurgia plastica?
Certo! L’unica cosa che mi dà fastidio è il silicone alle labbra, toglie ogni espressività al volto, lo cancella. Per il resto, se fatta bene, perché no? Magari un giorno mi rifaccio tutta come Michelle Pfeiffer…
Gli uomini?
(ride) In che senso? (ci arrendiamo, non vuole rispondere)
Sei di Napoli, tifi Inter e mangi moltissimo: trovi che le tre cose abbiamo una relazione?
Certo. La voracità con cui tifo e mangio è la stessa “voracità” del mio dialetto…
Ti manca Napoli?
Mi manca la sua bellezza, e mi mancano i miei amici… quelli d’infanzia.
Per chiudere, i film della tua vita!
Sono tanti (ci pensa) American Beauty (ride sarcastica).
A questo punto Fabrizia è proprio in ritardo, le prove dello spettacolo l’aspettano e deve scappare. Sorseggia un’ultima volta il suo centrifugato di carote, lascia i soldi per il conto (non c’è verso di impedirle di pagare) e con il suo sguardo furbo mi dice ciao senza parlare. Quando mi alzo, pochi secondi dopo, la vedo allontanarsi, una macchia gialla, sulla sua bicicletta…
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