EUGENIO CAPPUCCIO


Non ci bastava guardare la televisione, dovevamo provare sulla nostra pelle l’orrore della guerra e quelle maledette maschere antigas”. Eugenio Cappuccio, regista del Caricatore, spiega la realizzazione di Come mosche, un istant movie girato in Dvcam nei pressi di Roma che mette in scena la guerra vista dalla trincea. Con una scavatrice ho creato una buca di 10 x 3 metri nel giardino di casa dei miei genitori: la grandezza corrisponde più o meno alle voragini create dal cannone 88″. In quella fossa si confrontano quattro soldati, interpretati da Giorgio Pasotti, Vincenzo Ferrera, Maurilio Scaduto e Alessandra Acciai, rimasti intrappolati per ordine dellautorità militare. Il comando impone loro di non togliere mai le maschere antigas, perché laria è infettata da armi chimiche e batteriologiche letali.
Nel frattempo Cappuccio è alla prese con la preparazione di Volevo solo dormirle addosso tratto dal romanzo omonimo di Massimo Lolli. Se tutto va bene, giriamo in estate fra Milano e Roma”, anticipa.

Da dove viene l’idea di Come mosche”?
Era un mediometraggio che avevo scritto nel 1989, dopo la caduta del Muro di Berlino. In quel periodo nascevano nuovi episodi di nazionalismo e focolai di guerra. Quella sceneggiatura è rimasta sempre nel cassetto ed ora, con la mia Extremofilm, ho deciso di realizzarla. Provo paura di fronte a quello che è avvenuto e avviene in Iraq, una paura alimentata anche dalla passività in cui ci troviamo. Dato che ho scelto di compiere un mestiere legato alla comunicazione, ora sento lobbligo morale di rappresentare qualcosa che abbia a che fare con questa guerra. .

La Extremofilm non è una produzione tradizionale”…
E piuttosto il frutto di ununione non organica di registi, attori, autori, tecnici, che mettono a disposizione le proprie competenze per un obiettivo artistico comune, è una specie di Luther Blissett del cinema. Fino ad ora abbiamo realizzato alcuni documentari e pubblicità progresso. Per Come mosche abbiamo lavorato tutti senza compenso, in completa simbiosi per 10 giorni e concluderemo le riprese alla fine della prossima settimana. Stefano Giambanco ha curato le scenografie.

Si è ispirato a No man’s land Danis Tanovic?
Ho amato moltissimo quel film che è comunque diverso e nasce dopo la mia sceneggiatura. I miei attori hanno recitato per tutto il tempo con maschere antigas, a parte una scena finale. Latmosfera è claustrofobica, i soldati non si fidano di respirare. Hanno con sé un rivelatore delle condizioni atmosferiche che però già una volta ha fallito. Vivono con il dubbio… la mente è il campo di battaglia principale quando si prendono delle decisioni sbagliate. Come mosche è un film di grandi ‘aperture psichiche’: ognuno qui sogna molto fino ad avere allucinazioni. Poi cè una radiotrasmittente, chiamata da tutti la ‘sordomuta’. Abbiamo girato molte scene usando una telecamera digitale che potesse raccontare il notturno attraverso gli infrarossi, esattamente come in guerra.

Chi è il protagonista del suo prossimo film?
Un giovane manager di Bergamo, interpretato da Giorgio Pasotti, cresciuto con la New Economy. Verrà assunto da unazienda di software per licenziare un terzo dei dipendenti. Volevo solo dormirle addosso ha ottenuto il fondo di garanzia dal ministero dei Beni culturali. Il mio produttore, Claudio Vecchio di Afa film, aveva comprato lopzione per i diritti del romanzo già nel ’95, ma il progetto faticava a decollare. Sembra che questa volta ci siamo.

autore
27 Maggio 2003

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