People first, le persone prima di tutto. In barba al proprio pay off i vertici della MTI, multinazionale informatica con sede a Milano, decidono di ridimensionare il personale. Marco Pressi, manager giovane e rampante del settore risorse umane, è scelto per il ruolo di tagliatore di teste. Dovrà licenziare 25 dipendenti, in cambio avrà un bonus di 50.000 euro e l’auto aziendale.
Comincià così Volevo solo dormirle addosso, terzo lungometraggio del 43enne Eugenio Cappuccio tratto dall’omonimo romanzo di Marco Lolli, direttore del personale della Marzotto di Valdagno e specialista di downsizing, ovvero dismissione dei lavoratori.
Abbiamo incontrato il regista sul set di Papigno dove fino al 10 aprile dirigerà il cast composto da Giorgio Pasotti, Cristiana Capotondi, l’esordiente Faju e Jun Ichikawa, la piratessa di Cantando dietro i paraventi. Negli stabilimenti umbri (gli stessi di La vita e bella e Pinocchio) lo scenografo Stefano Giambanco ha ricostruito gli uffici della corporation: grigio e acciaio dominano gli uffici dei boss, rosso e arancio riscaldono gli ambienti open space del personale. Il film è prodotto da Claudio Vecchio per AFA Film con un budget di 2,5 milioni di euro ottenuti dal Fondo di garanzia.
Eugenio, che cosa ti ha colpito del libro?
Il suo anacronismo perché quando l’ho letto l’economia internazionale viaggiava sull’onda della new economy. Allora parlare di crisi sembrava fuori dal tempo. Lo scenario descritto da Lolli, anche autore della sceneggiatura, è quello del postfordismo e del lavoro immateriale, un contesto in cui si muovono multinazionali globali che al loro interno realizzano osmosi tra più nazionalità.
In che modo il lavoro influenza Marco Pressi?
Risucchia tutte le sue energie. Su di lui l’etica aziendale stile giapponese” ha un gran peso. E’ come un samurai, servo di un’entità superiore e abile nell’uso delle armi. Accetta l’aut aut dell’azienda perché il sistema lo richiede ma avverte un conflitto. Prima di accettare l’incarico era benvoluto, dopo tutti lo odiano. Vive una condizione schizoide oscillando tra la dimensione asettica e ipocrita dell’ufficio alla vita notturna di una Milano non più da bere. Nella sua casa regna il caos, specchio della sua inadeguatezza a gestire ciò che è fuori dall’azienza. Compreso il rapporto di coppia con Laura, la fidanzata. Come dice il titolo, vuole solo dormirle addosso. L’incontro con Angelique, un’immigrata di colore conosciuta in discoteca, è l’elemento che accelera il cambiamento di Pressi.
Nel libro il linguaggio del marketing è molto presente. Anche nel film?
Si. Curiosamente termini come out sourcing, call for incentive e individual case sono ormai familiari dal punto di vista acustico ma il loro significato rimane astruso ai più.
Vedi il sito di Eugenio Cappuccio.
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