Cosa intendiamo, in Italia, per arte? Gli opinion leader che scrivono suoi giornali ci mettono Pompei e il Cenacolo vinciano. Gli Uffizi e la Valle dei Templi. La Pietà di Michelangelo e i Bronzi di Riace. I più spregiudicati si spingono fino a citare Il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo e magari un quadro di De Chirico. Ma si fermano lì. Mai una volta che uno di quelli che si occupano a tempo pieno dei destini ultimi dell’Arte e della Cultura si degni di citare anche il cinema e più in generale l’universo dei media come parte integrante del nostro patrimonio culturale. Perché? Su questi e altri quesiti si concentra il numero 17 di 8 ½ – Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano. La domanda di copertina è appunto “Esiste in Italia l’industria culturale?”. Provano a rispondere Franco Laera, fondatore e direttore Change Performing Arts, Marco Massarotto, fondatore HAGAKURE, Filippo Sugar, chairman e CEO Gruppo Sugar, Beatrice Trussardi, presidente Fondazione Nicola Trussardi. E poi Alberto Abruzzese, Giorgio Gosetti, Marco Mele, Laura Delli Colli, Marianna Martinoni, Luca Bernabè. Mentre i dati dell’Eurobarometro confermano il quadro poco lusinghiero per il nostro Paese.
La sezione “Innovazioni” riflette sui rapporti tra cinema italiano e design, con interventi, tra gli altri, di Ugo La Pietra, Gaetano Pesce, Silvana Annicchiarico, Carmelo Marabello, Giulio Iacchetti e Andrea Branzi, e interviste a tre scenografi particolarmente interessati al tema come Giancarlo Basili, Stefania Cella e Marco Dentici.
La sezione “Discussioni” approfondisce il dibattuto tema dell’equo compenso sulla copia privata del prodotto audio-visivo, di cui si occupano anche DG Cinema e Anica, con opinioni degli addetti del settore quali Gaetano Blandini (Siae), Francesco Bruni (100autori), Marco Pierani (Altroconsumo) ed Elio Catania (Confindustria Digitale). Cinema Espanso si occupa della mostra su Pier Paolo Pasolini al Martin Gropius Bau di Berlino che racconta la trasversalità e il rapporto dell’artista con la città. Gianni Canova analizza Un drago a forma di nuvola (Bao Publishing), graphic novel che attraverso i disegni di Ivo Milazzo mette in scena una sceneggiatura mai realizzata di Ettore Scola; il libro di Anton Giulio Mancino La recita della storia (Bietti Editore) è frutto di un corpo a corpo dell’autore con il cinema di Marco Bellocchio e con l’ossessione per l’uccisione di Aldo Moro nella storia italiana recente. La sezione “Nel Mondo” racconta l’avventura di Fabio Mollo a New York, dove ha portato a Open Roads: New Italian Cinema la sua opera prima Il Sud è niente. Il Re-Print ripropone l’articolo di Gio Ponti “Architettura nel cinema”, da ‘Lo Stile’, 1942.
Il Focus è dedicato al cinema messicano, mentre la sezione “Geografie” prende spunto dal documentario Sul Vulcano di Gianfranco Pannone per parlare del Vesuvio e di come vivono la sua inquietante presenza coloro che vi abitano vicino. ‘Febbre da Drone’ è il tema dell’inserto “Internet e nuovi consumi”, mente Gennaro Nunziante e Matteo Bittanti si concentrano rispettivamente sulla grandezza di Pasolini e sulla critica della retorica tecnologica. Chiudono la rivista un report sulla mostra LUCE- L’Immaginario Italiano, a cura dei curatori Gabriele D’Autilia e Roland Sejko, e le memorie del critico Bruno Torri e del regista Maurizio Sciarra sui 90 anni del Luce.
8½ è anche in edizione digitale gratuita, scaricabile da Apple Store.
Ruocco è scrittore, giornalista, attore, documentarista, organizzatore di eventi. Dal 2012 fa parte dello staff organizzativo del Fantafestival e dal 2020 è parte del comitato editoriale di Heroes International Film Festival
Raccontare il cinema italiano attraverso le voci dei produttori. E’ l’idea che guida “Champagne e cambiali”, il volume di Domenico Monetti e Luca Pallanch, uscito in questi giorni in libreria con Minimum Fax in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia
L'autore Gianfranco Tomei insegna Psicologia Generale, Sociale e della Comunicazione presso la Sapienza di Roma. E' esperto di linguaggi audiovisivi e multimedialità e autore di romanzi, cortometraggi e documentari
Il termine ‘audiodescrizione’ non è ancora registrato nei vocabolari e nelle enciclopedie. Nell’editor di testo di un computer viene sottolineato in rosso, come un errore. Una parola che non esiste, un mare inesplorato. Di questo e di tanto altro si è parlato alla presentazione del libro di Laura Giordani e Valerio Ailo Baronti dal titolo “Audiodescrizione. Il Signore degli Anelli. La compagnia dell’AD” (edito da Hoppy) che si è tenuta ieri alla Casa del Cinema di Roma