Enzo D’Alò: “Laboratori di animazione negli Emirati”

Contando sicuramente su una particolare attenzione per il suo paese d’origine, la direttrice della programmazione Teresa Cavina ha selezionato ben quattro titoli italiani per la 6° edizione dell’ Abu Dhabi Film Festival (10-20 ottobre). Sempre più orientato verso l’internazionalizzazione del suo programma, il festival ha sicuramente un forte richiamo per la consistenza dei premi (a ciascuno dei vincitori sono assegnati 100.00 dollari), oltre che per la presenza di grandi autori e star mondiali (uno degli scopi del festival è quello di rafforzare il dialogo interculturale).

Per il primo anno quindi l’Italia ha avuto un film nella competizione principale, E’ stato il figlio di Daniele Ciprì. Gli altri due, Cesare deve morire dei fratelli Taviani (che ha già un distributore per i Paesi Arabi) e Pinocchio di Enzo D’Alò, erano entrambi in Showcase, mentre il corto Cargo di Carlo Sironi (già in Orizzonti a Venezia), era nella Short Film Competition. D’Alò, accompagnato dalla produttrice Maricla Affatato, e reduce dal Festival di Busan, dice di “essere stato colpito dalla multi etnicità della popolazione e del pubblico del Festival. E’ un popolo giovane, che sta formando la propria identità ma a livello culturale ha una profonda conoscenza della storia. Purtroppo manca quasi del tutto la presenza del cinema d’animazione, tranne che per qualche giovane autore di cortometraggi. E’ un peccato perché per l’animazione più che per la fiction c’è bisogno di un confronto diretto sulla tecnica. In modo molto naif abbiamo proposto dei laboratori di animazione, anche rivolti ai bambini, per promuovere questo tipo di cinema anche negli Emirati Arabi”.