ENZO D’ALÒ


Uscirà il 19 dicembre in Italia e in Francia Opopomoz, la Natività riletta in chiave napoletana da Enzo D’Alò, l’autore di La gabbianella e il gatto. Intanto Mikado offre al pubblico italiano un assaggio del film: un teaser accompagnerà le 180 copie di La città incantata di Hayao Miyazaki in uscita domani. Lo stesso giorno andrà on line il sito opopomoz.com, una finestra da cui seguire il work in progress. Ma il vero battage promozionale dell’animazione prodotta da Albachiara, DeaPlaneta Produccion con la partecipazione di Rai Cinema e MK2, comincerà a settembre. La prima tappa sarà forse la Mostra del Cinema di Venezia che potrebbe ospitare un’anteprima di 20 minuti. Il mese successivo usciranno una serie di pubblicazioni legate al film, tra cui il primo racconto per l’infanzia del regista. Intanto il lavoro attorno al progetto curato, parola di D’alò, “in modo maniacale”, continua. Al suo fianco ancora il tandem grafico Walter Cavazzuti e Michel Fuzzelier. Una new entry nel team è invece Furio Scarpelli, mostro sacro del cinema italiano, autore della sceneggiatura insieme al figlio Giacomo. Segretissimo il cast che darà voce al piccolo protagonista Rocco, ragazzino partenopeo roso dalla gelosia per il prossimo arrivo di un fratellino, e ai diavoletti tentatori che, attraverso la formula magica “Opopomoz” lo conducono dentro il presepe con l’obiettivo di ostacolare il cammino di Maria e Giuseppe.

Come è nata la collaborazione con Scarpelli?

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Il progetto è cominciato nel 1999 quando Cecchi Gori mi chiese di realizzare un film sul Natale. All’inizio Umberto Marino era coautore del soggetto. Poi ci siamo separati e lui è passato a Medusa. Così è cominciata la collaborazione con Scarpelli, uno dei più grandi sceneggiatori italiani, il più adatto per una storia come Opopomoz. Abbiamo impiegato 6 mesi e scritto 14 versioni prima di arrivare a quella finale. La nostra Napoli non ha nulla a che fare con quella oleografica tutta pizza e mandolino. E’ la città vera che io stesso ho conosciuto nell’infanzia.

Che stile e quali tecniche avete usato nella messa in scena?
Cercavo una rilettura non banale della Natività. Così, insieme alla mia èquipe, ho fatto un grosso lavoro di ricerca sulla tradizione del presepe napoletano dell’800. Poi ci siamo immersi nelle atmosfere della città catturandole in migliaia di fotografie digitali. I disegni sono realizzati a mano poi digitalizzati per la coloritura. Ho usato anche il 3d ma cerco di nasconderlo perché la sua ostentazione può distrarre il pubblico dalla storia.

“Opopomoz” segna anche il suo esordio nella letteratura per l’infanzia…
La figura chiave di tutta l’operazione editoriale è Orietta Fatucci, editrice EL. Per la sua Emme edizioni, collana “Prime Letture”, pubblicherò a ottobre il mio racconto. Sarà tratto dal film e illustrato da Walter Cavazuti. Nello stesso periodo uscirà anche il romanzo d’esordio di Furio Scarpelli dal titolo provvisorio Opopomoz. Magia nel presepio. Sarà edito da Einaudi Ragazzi, collana “Lo scaffale d’oro” e illustrato da Michel Fuzzelier.

Qualche tempo fa lanciò accuse molto dure contro Lanterna Magica e Medusa, impegnate nella produzione di “Le avventure di Totò Sapore”.
Dopo la condanna seguita alla mia denuncia per ammanchi nelle casse della società, la mia ex socia in Lanterna Magica, Maria Fares, sembra più impegnata a danneggiarmi che a lavorare per il proprio futuro. Non è certo un caso che al mio annuncio di un film d’ambientazione napoletana ne sia seguito uno analogo di Lanterna Magica. La decisione di far uscire la pellicola lo stesso giorno della mia potrebbe rivelarsi un suicidio. Di certo, cosa più importante, non gioverà all’animazione italiana. Se avessi potuto avrei rinviato l’uscita di Opopomoz, ma dato il tema non è proprio possibile. Tuttavia il mio rapporto con Medusa non è definitivamente compromesso. L’operazione Aida degli alberi, in cui avevano usato il mio nome per far pubblicità al film, è stata condotta da Di Chio. Ma Giampaolo Letta è diverso: è un professionista che stimo. In futuro, se si creeranno le condizioni, non escludo una collaborazione.

Lavora ancora con la stessa èquipe creativa dei tempi di “La gabbianella e il gatto”?
Si. Mi hanno seguito dopo il divorzio da Lanterna Magica. Con me lavora il meglio dell’animazione italiana. Grazie ai miei nuovi produttori, attenti alle esigenze autoriali, abbiamo dato vita a un progetto dal respiro internazionale mantenendo l’identità italiana. Una scelta decisamente in controtendenza con quella dominante in cui prevale dell’anima commerciale: tutti ormai producono in Cina e Corea dove i costi sono più bassi. Così l’animazione italiana rischia la perdita dell’artigianalità.

Ha rinunciato ai progetti su “La tempesta” di Shakespeare e “Pinocchio”?
Mette il dito nella piaga. La tempesta è un progetto legato ai destini di Vittorio Cecchi Gori, un uomo che ha subito delle ingiustizie ma spero torni a produrre e distribuire. Abbiamo bisogno di una figura come lui, in grado di contrastare i monopoli. Anche Pinocchio è bloccato perché la Rai non produce più animazione per il cinema. Ma non mi arrendo: continuo a chiedere che l’idea venga svincolata anche perché con la Rai ho ottimi rapporti.

autore
17 Aprile 2003

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