ENRICO LO VERSO


Riservato, gesti lenti e misurati, Enrico Lo Verso (che ha anche il suo sito ufficiale attraverso il quale è possibile mandargli delle e-mail) parla del nuovo film in concorso a Venezia, L’amore imperfetto di Giovanni Davide Maderna. In coppia con Marta Belaustegui (Angela), Enrico è Sergio, un giovane che lavora come magazziniere in un supermercato e che sta per diventare padre. La coppia, nonostante il feto minacci di avere malformazioni, decide di tenere il bambino. Una storia semplice, fatta di drammi quotidiani, ma, secondo Lo Verso, molto ricca di emozioni.
Il giovane Maderna (vedi la nostra intervista) alla kermesse veneziana si era già fatto notare. Nel ’99 aveva vinto il premio Luigi De Laurentiis per la migliore opera prima con Questo è il giardino. Nello stesso anno, sempre a Venezia, il Leone d’Oro andava a Così ridevano, il film di Gianni Amelio nel quale Lo Verso aveva recitato da protagonista. Forse perché i due, prima o poi, erano destinati a incontrarsi. Con qualche piccolo aiuto.

Il regista, in un’intervista rilasciata al nostro quotidiano, ha dichiarato di aver pensato a te già mentre scriveva la sceneggiatura.
Così sembra. Giovanni è una persona che ha delle idee molto chiare sul cinema e forse se ne è creata una precisa anche su di me.

Parlaci del film.
E’ una storia di amori. Un dramma carico di emozioni fortissime. Tutti i personaggi vivono dei sentimenti estremi senza mai urlarli. Quando ho iniziato a recitare, ho avuto più volte la tentazione di gridare quelle emozioni, ma Giovanni mi ha intimato di tenerle dentro di me. La storia può sembrare banale, invece ha almeno tre livelli di lettura. Già dai titoli di testa si può intuire la sua reale complessità. La pellicola comincia con un cartone animato che narra una leggenda spagnola del 1600: la storia di un contadino che, dopo aver perso la gamba, diviene devoto alla Vergine del Pilar. Incredibilmente quest’uomo recupererà il suo arto e insieme ad esso la possibilità di tornare a lavorare la sua terra.

Marta Belaustegui, tua compagna nel film, è un volto nuovo per il cinema italiano.
Sì. E’ arrivata in Italia proprio grazie a questa pellicola. Quando abbiamo fatto il provino insieme, Marta non pronunciava una parola di italiano. Ciò nonostante mi ha trasmesso subito una grande energia. E’ una bravissima attrice. A guardarla sembra una figura fragilissima, si ha paura di spezzarla, invece possiede un grande carisma. Mi sono ritrovato più volte a pensare di doverla proteggere e invece è lei a dare energia a tutti. Marta è la vera anima del film.

Poi c’è Federico Scribani…
Un mio vecchio amico. Ci conosciamo dai tempi di Volevamo essere gli U2, la pièce teatrale trasformatasi poi in un film. Qui è il commissario di polizia, un personaggio altrettanto importante.

autore
05 Settembre 2001

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