Enrico Ghezzi


Anteprimaannozero torna a Bellaria. Avamposto superstite di alcuni transiti festivalieri che nel 2001 hanno disertato la riviera adriatica.
Torna con il suo direttore, Enrico Ghezzi. Fedele al senso simbolico di un annozero che, a suo avviso, traduce la contingente “incertezza programmatica”.
Ghezzi-Giano bifronte. Perché impegnato nell’annuncio ufficiale della seconda edizione di Anteprimaannozero (che quest’anno si terrà dal 7 al 10 giugno – leggi il programma) e, allo stesso tempo, occupato a dirigere gli incontri di Il vento del cinema, in corso a Lipari (28 maggio-3 giugno), dedicati alle contaminazioni tra cinema e filosofia.
Ghezzi paladino dell’indipendenza della settima arte. “Di quei prodotti che viaggiano parallelamente al consenso. Oltre i riconoscimenti attesi e sanciti. Leggi: la Palma d’Oro a Moretti. Non troverete né lui né Giordana nel concorso Premio Casa rossa“, precisa Ghezzi, illustrando a una a una tutte le sezioni del festival. “Ci sarà invece Luciano Emmer (con Una lunga lunga lunga notte d’amore), autore che dopo decenni di sospensione ancora testimonia la sua fama di cineasta indipendente”.

E’ possibile ricostruire una traccia dei film selezionati per il Premio Casa Rossa?
I nove film italiani (in)seguono forme difficili, non riconducibili ad alcun genere, neanche quello del cinema d’autore. E’ proprio questo il loro essere indipendenti. Il vincitore dei 10 milioni in palio sarà annunciato l’8 giugno, durante lo svolgimento del festival.

Alcune linee guida di Anteprima sono comunque riconoscibili. Come quella dedicata al rapporto tra cinema e musica…
Ci interessava esplorare la visione filmica attraverso lo sguardo dei musicisti. Un rapporto agito fisicamente dagli autori. Non a caso l’apertura del festival è dedicata a un rock-movie per eccellenza come Gimme Shelter dei Rolling Stones. Così come di tutto rilievo è la partecipazione di Peppe Servillo, front man degli Avion Travel, nella giuria di Anteprima, seconda sezione competitiva dedicata a lunghi, medi e cortometraggi.

Altri nomi in giuria?
Quelli dei registi Paolo Benvenuti e Pasquale Scimeca, dell’attrice Sandra Ceccarelli, una delle presenze meno banali del cinema italiano, molto apprezzata in Il mestiere delle armi di Olmi e, infine, la scrittrice Isabella Santacroce.

Che tipo di materiale è arrivato?
Il selezionatore Francesco Di Pace può essere più preciso di me. Abbiamo comunque esaminato almeno 300 titoli, il doppio dello scorso anno. Il loro livello è medio/alto, favorito senz’altro dall’utilizzo di tecniche digitali. Da Anteprima resteranno fuori probabilmente i lungometraggi, un po’ troppo pretestuosi. Ma stiamo ancora decidendo. In caso confluiranno in una sezione fuoriconcorso. Vorrei anche ricordare la competizione a tema fisso 150 secondi. Il limite di durata è l’unica opzione. Per il resto tutto quello che ci arriva sarà giudicato utile per vincere i 3 milioni in palio.

Si prevedono eventi fuori programma?
Piccoli eventi paralleli, rientrati a stento nel budget, a cui tengo particolarmente perché sprigioneranno creatività, improvvisazione. In programma, fra l’altro, manca ancora il titolo del film scelto da Franco Battiato, a cui è dedicato un intero pomeriggio. Ci parlerà non solo del suo sguardo musicale, indipendente, ma soprattutto della sua memoria e relazione con il cinema, sempre così distante e allo stesso tempo vicino.

Come si inserisce, in tutto questo, l’idea di una “Festa di compleanno” dedicata ai 40 de “Il posto” di Ermanno Olmi?
Quasi per caso ci siamo resi conto che l’anno della sua realizzazione, il 1961, è una data fondamentale per la rinascita del cinema mondiale e delle varie “nouvelle vague”. Il posto è un film grande e discreto, che consolidò la poetica di un “tempo fermo”. A questo abbiamo voluto contrapporre Chi lavora è perduto di Tinto Brass, anticipazione della festa/rivoluzione del ’68, in cui si respira tutto il rifiuto anarchico della forma artistica.

Per finire, in un festival diretto da Ghezzi non poteva mancare la tv.
La sezione Lumiere è dedicata alla scoperta di autori nascosti tra le immagini del piccolo schermo. In sinergia con Dissesti, curata da Ciro Giorgini. Non a caso saranno ripescate sequenze del Grande Fratello: il più grande “dissesto” mediatico del momento!

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29 Maggio 2001

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