ROMA. Ennio Morricone ha accetto di essere il presidente Onorario dell’ACMF-Associazione Compositori Musica da Film. Ad annunciarlo è stato Pivio, presidente pro-tempore dell’ACMF nel corso dell’incontro pubblico tenutosi alla Festa del Cinema di Roma, nello spazio della Roma Lazio Film Commission.
“Siamo molto felici che Morricone abbia accettato la carica”, ha commentato Pivio in apertura dell’incontro. “Questo fatto rappresenta un ponte chiarissimo di unione tra la vecchia scuola e quella odierna, e significa che le sue battaglie sono le nostre. La nostra idea è di riuscire a dare più dignità al nostro lavoro, più possibilità di accesso alla nostra arte, anche se la situazione è molto compromessa”.
L’ACMF – Assocazione Compositori Musica da Film nasce infatti proprio per difendere la categoria degli autori delle colonne sonore, sempre più in difficoltà nell’ambito della realtà produttiva del cinema italiano. Come ha detto Giuliano Taviani: “È vero, la situazione è nera per molti settori del cinema, ma delle colonne sonore non si parla praticamente più. Non solo noi compositori abbiamo problemi a lavorare, ma è tutto il settore – dai musicisti agli studi di registrazione – a essere in crisi. I musicisti vengono sostituiti da strumenti virtuali e non è più possibile pagarsi un’orchestra. È come se a un pittore avessero tolto i pennelli o i colori. E allora come fa a dipingere?”.
“Quello che noi chiediamo perciò – è intervenuto Stefano Mainetti – è solo di allinearci a quanto si fa nel resto del mondo, dove la voce colonne sonore è una voce del budget come le altre. Allinearsi al comportamento vigente in Germania, Inghilterra e Francia è diventato fondamentale”.
“Eppure”, ha sottolineato Andrea Guerra, “nei decreti attuativi della nuova legge cinema non si dice nulla a riguardo della musica da film, mentre ad esempio in Francia per legge i produttori sono tenuti a investire una percentuale nella composizione di musiche originali”.
“Per questo dobbiamo essere uniti – ha quindi concluso Stefano Caprioli – solo stando insieme e rivendicando la dignità del nostro lavoro possiamo sperare di avere ascolto”.
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