EFFETTO SPONSOR


Quest’anno è andato a Ennio Morricone, Stefania Sandrelli e Laura Morante, tra gli italiani. Il Taormina Arte Diamond Award è un prezioso tennis bracelet di estrema semplicità: ogni brillante, secondo la definizione di Felice Laudadio, ricorda un fotogramma. In tutto sono 64, incastonati in oro bianco sognando Marilyn che canta “Diamons are a girl’s best friends”. Un motto stampato anche su cappellini da baseball griffati per i meno fortunati.
“Un Diamante è per sempre” (Diamond Trading Company) è solo uno dei molti sponsor che sostengono il festival siciliano. Un altro, la BNL, si è addirittura aggiudicato uno spazio esclusivo nel logo della manifestazione, che da quest’anno è diventata appunto Taormina BNL FilmFest. A scanso di equivoci. Del resto le risorse impegnate dalla banca “ufficiale” del cinema italiano, quella per cui passano tutti i finanziamenti pubblici, sono ingenti, anche se non quantificate ufficialmente. E ha fatto scalpore la scelta di dirottare i fondi da Venezia, dove l’azienda aveva dato il suo nome al Pala-BNL, il tendone costruito sul campo di rugby del Lido per ospitare proiezioni extra, verso Sud. “Dove ci sono meno banche e maggiori prospettive di sviluppo”, come ha spiegato il presidente Luigi Abete. BNL, da vero mecenate, ha deciso di finanziare anche i due premi per il cortometraggio, uno dei quali riservato ai filmakers siciliani.
E’ toccato a Lancaster, invece, invitare a cena insieme al SNGCI i vincitori dei Nastri d’argento. Una bella festa in riva al mare, dove la multinazionale dei cosmetici ha consegnato a Carole Bouquet lo scettro di simbolo della “bellezza senza tempo” e alle ospiti più o meno vip un cofanetto di creme anti-età (alla Lancaster si considerano gli inventori del retinolo).
Così è il linguaggio del marketing: formule un po’ retoriche e una pioggia di gadget, dagli occhiali da sole Persol (indossati anche da Sharon Stone e Bruce Willis) alle classiche Superga bianche passando per i vini di Salaparuta e l’Amaretto di Saronno. Tutti marchi, secondo Laudadio, in tema con una manifestazione di cinema dove il glamour prevale sempre e comunque. “Ci manca solo una casa di mode, ma siamo in trattative”, ha rivelato il vulcanico direttore. Orgoglioso di finanziare il festival con un 50% di soldi (o servizi: la Airone ha concesso agli ospiti i suoi voli anche se a tariffe non proprio stracciate) offerti da partner privati e un altro 50% di fondi pubblici (Regione Sicilia e Ministero). “Questo ci garantisce grande libertà. A Venezia, dove l’apporto dei privati è assai inferiore, ci sono alcuni elementi di interferenza nella scelta dei film e delle giurie”. Qui Laudadio parla da ex direttore della Mostra, naturalmente. Ma sa bene che un festival come Taormina, nonostante il fascino della location e l’unicità del Teatro Greco, non potrebbe mai permettersi, altrimenti, ospiti come Tom Cruise e Hugh Grant… Che a volte funzionano più di un bel film.

autore
12 Luglio 2002

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