Edoardo Nesi


Il classico sogno di una vita. Uno scrive un romanzo e segretamente accarezza l’idea di farne un film. Poi arriva una telefonata, quella giusta, quella di un produttore che si chiama Domenico Procacci, artefice di casi cinematografici come quello dell’Ultimo bacio.
Il sogno di Edoardo Nesi è iniziato così e ora il suo romanzo, Fughe da fermo, è diventato un film di cui ha anche firmato la regia, che uscirà nelle sale il 18 maggio. Ancora una volta, dietro questa pellicola targata Procacci, c’è la storia di un gruppo di amici, sulla soglia dei trent’anni, che combattono la noia di tutti i giorni tra zingarate alla Amici miei, solenni ubriacature e incontri notturni con prostitute e transessuali.

Come è andato questo debutto alla macchina da presa?
Quando Procacci mi ha detto: “Ok, facciamo un film” non ho nemmeno osato propormi come regista. Poi mi sono ritrovato lì, sul set, ed è stato inebriante. E’ stato incredibile vedere i personaggi che avevo creato con la penna, muoversi in carne e ossa proprio nei luoghi in cui li avevo immaginati.

I tre protagonisti sono una specie di Vitelloni dei nostri giorni, trasgressivi, in cerca di un modo di evadere, ma sempre incollati alla loro dimensione. E’ così che vedi i giovani di oggi?
La “fuga da fermo” è proprio questo: agitarsi, muoversi, buttarsi in avventure improbabili ma alla fine ritrovarsi fermi, con un viaggio che non è mai partito. La cosa che volevo raccontare era la vita di tre ragazzi ricchi, che grazie al denaro possono fare tutto quello che vogliono. Di solito si parla di giovani che non hanno i mezzi e quindi non riescono a realizzare i loro desideri. Invece loro l’alibi della povertà non ce l’hanno, eppure, anche se nessuno li può fermare, non vanno da nessuna parte.

Come hai scelto gli attori?
Marco Cocci, il protagonista, è semplicemente perfetto per questa parte di ragazzo malinconico, ironico e un po’ disperato. Per questo è stato coinvolto anche nel casting. Era importante che con gli altri due attori, che sullo schermo sono suoi grandi amici, si creasse un’alchimia particolare. Così è stato: il feeling con Luciano Federico e Pietro Ragusa è stato immediato.
Il romanzo dal quale è tratto il film è il primo capitolo di una trilogia, ci sarà un seguito anche cinematografico a questa storia?
Questo non lo so, dipende da Procacci…

autore
14 Maggio 2001

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