E’ in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2023 Holiday, il nuovo film di Edoardo Gabbriellini, attore scoperto da Paolo Virzì con Ovosodo, e ormai anche regista con diversi titoli, anche di serialità, al suo attivo, tra cui Padroni di casa. Nel film, prodotto da Olivia Musini (Cinema Undici) con Luca Guadagnino (Frenesy) e Lorenzo Mieli (Vision Distribution) con The Aparment, ispirato a diversi fatti di cronaca nera che hanno coinvolto giovanissimi, la protagonista Veronica (Margherita Corradi) sta per compiere vent’anni quando esce di prigione. Definita dall’opinione pubblica “una vergine assetata di sangue”, è accusata di aver ucciso la madre (Alice Arcuri) e il suo amante nella spa dell’hotel sulla costa ligure gestito dal padre (Alessandro Tedeschi), che si era assentato per il weekend. Tutti sono convinti della sua colpevolezza, anche per il rapporto burrascoso che intratteneva con la madre, donna bella e perfezionista che mal sopportava questa figlia sciatta e un po’ sovrappeso infliggendole continue punizioni. La sua migliore amica Giada (Giorgia Frank) è invece come sempre al suo fianco, come lo era nella notte dell’omicidio, una notte che le due ragazze stavano trascorrendo con due coetanei olandesi, tra cocaina, alcol e avances sessuali. Veronica è affamata di vita, vuole perdere la verginità, vuole scatenarsi in discoteca, ma la sua reputazione è ormai distrutta e ogni suo gesto finisce sui social, ripreso in video da qualche telefonino, magari travisato.
Il film si muove su vari piani temporali: la giornata del delitto, il processo e l’oggi, con continui rimandi e spostamenti di senso.
“Le intenzioni del film – spiega Gabbriellini – sono per me incarnate perfettamente dalla sua ambientazione: una tranquilla cittadina della riviera ligure nelle ultime settimane di giugno. E’ il momento dei primi bagni, delle prime serate in spiaggia, dei flirt di fine anno scolastico. Un luogo e un tempo che somigliano molto all’adolescenza, tanto viva quanto spaventosa, che viene qui raccontata perché, se è vero che di giorno il cielo è azzurro pastello e le spiagge quiete e ordinate, la notte i viali sono ancora bui, il mare è nero e le montagne che incombono sono aspre, ostili eppure silenziose, come a nascondere delle inconfessabili angosce”.
Il racconto di un’adolescenza perversa ricorda certo cinema americano underground, in particolare Harmony Korine, e la scelta delle due protagoniste, non attrici e amiche nella vita, conferisce verità al progetto. “Ho una passione naturale per certe tematiche – spiega il regista – a cui si unisce la curiosità per alcuni eventi di cronaca che hanno coinvolto persone molto giovani. Poi come padre di un ragazzo di 19 anni, l’adolescenza mi riguarda da vicino, è un’età in cui sta per partire la vita, senti che tutto è possibile e nascono le fragilità che possono essere anche mortali. Del resto anche io sto cercando di diventare adulto e mi piace osservare un’età così carica di promesse e complessità”.
Scritto con Carlo Salza e Michele Pellegrini, Holiday è un giallo in cui la ricerca del colpevole finisce per perdere completamente di senso. “E’ un gioco di specchi e di ombre, che abbandona i presupposti del thriller – chi è l’assassino? – e arriva a una prossimità con le protagoniste per cui si sospende il giudizio morale”, dice ancora il regista.
Margherita Corradi racconta dell’alchimia con Giorgia: “Siamo amiche da sette anni e non ho dovuto costruire il personaggio, piuttosto ho fatto un percorso di empatia verso la scrittura. Un tema che mi ha colpito è quello della gogna mediatica, ci ho rivisto molti fatti di cronaca, quell’accanimento sui social, il chiacchiericcio che nei piccoli centri è la normalità, perché tutti sanno tutto di tutti”.
Giorgia Frank aggiunge: “Non c’è nessuna tecnica di costruzione del personaggio, non ho studiato recitazione ed ero carica di paure. Il mio personaggio, Giada, trasmette un forte disagio che sentivo anche io. Uso i social per informarmi, per tenermi in contatto con gli altri, per me sono diventati indispensabili. Però ti espongono costantemente a quello che fanno le altre persone, sembra che tutti facciano una vita migliore di te. Sono necessari ma al contempo terribili”.
Ci sono molte scene di sesso o comunque dove si parla di sessualità. “La mia troupe – spiega Gabbriellini – è come una famiglia, nel senso migliore del termine. Questo ha permesso a Margherita e Giorgia di essere nelle condizioni giuste, anche nella scena, per me delicata, della perdita della verginità. Certo, la sessualità è un tema, specie per i ragazzi così giovani, ne parlano in modo reale, non c’è niente di forzato”.
La normalità di una famiglia composta da padre, madre e due figli, viene spezzata da una terribile scoperta: entrambi i genitori sono gravemente malati ma solo uno dei due può essere salvato.
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