Edgar Wright e la sua “versione londinese” di un thriller di Argento

Edgar Wright e la sua “versione londinese” di un thriller di Argento


VENEZIA – Eloise è una giovane donna che vive fuori dal tempo e dal mondo, in una casa della campagna inglese che sembra ferma ancora agli anni ‘60. Poi arriva la grande occasione: è stata ammessa alla scuola di moda di Londra. Ma la grande città è “un po’ troppo” per una ragazza come lei che, alla ricerca di tranquillità e sicurezza, si troverà magicamente catapultata nell’epoca che tanto ama. Ma, come dice il regista Edgar Wright, “è pericoloso vivere in un passato che non ti appartiene” ed Eloise lo scoprirà presto sulla sua pelle.

Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, Last Night in Soho è l’ultimo film del regista britannico. Un’opera che per tanti punti di vista può essere considerata una summa del suo stile ormai perfettamente riconoscibile. Gli elementi ci sono tutti, a partire dalla location: quell’Inghilterra rustica e festaiola, che dalle periferie della Trilogia del cornetto, si sposta al centro, nel cuore pulsante di Londra, il quartiere di Soho, uno dei luoghi che il regista conosce meglio al mondo.

Come di consueto per il film di Wright, anche Last Night in Soho si conferma come una felice commistione di generi, in questo caso un thriller psicologico a tinte horror capace di alternare lunghe sequenze di pura tensione a brevi sprazzi di pungente ironia. “Prima di scrivere il film ho provato a pensare a quei generi che ancora non avevo trattato, e ce ne erano davvero tanti. – rivela Edgar Wirght – Ho deciso di scrivere un thriller psicologico che si addentrasse in territori diversi. Ho pensato a registi che ho amato e contro cui non vorrei mai cimentarmi: penso a Michael Powell o Alfred Hitchcock, o agli italiani Dario Argento e Mario Bava. Ecco volevo trovare una versione londinese dei loro thriller. Un film che fosse ambientato interamente nel centro di Londra, Soho. Un luogo in cui ho vissuto per 25 anni e che non vedo rappresentato così spesso al cinema”. E, in effetti, il film possiede tanti elementi tipici dei film di Argento: giovani donne, fantasmi, accademie d’arte e, a un certo punto, anche lunghi coltelli e fiumi di sangue.

Fondamentale per la riuscita del film l’ottima scelta del cast, con una Thomasin Harcourt McKenzie perfettamente nei panni della protagonista e la diva Anya Taylor-Joy, nella sua controparte, misteriosa e seducente, degli anni ’60. Il dialogo continuo tra i piani temporali, permette alle due attrici di alternarsi sulla scena, sfruttando al meglio la regia movimentata e il montaggio frenetico del regista, probabilmente qui ai suoi livelli più alti di virtuosismo.

In particolare, Sandie, il personaggio di Taylor-Joy, splendida nei suoi abiti d’epoca, regala al film una profondità e una complessità inaspettata, permettendoci di entrare nei meccanismi più torbidi dello show business di quel periodo (ma non solo). “Ero incredibilmente connessa con la fame di Sandie – racconta l’attrice – la voglia di fare parte del mondo dello spettacolo, perché è quello che ho sempre voluto anche io. Mentre cercavo la mia strada ho capito che è tutta una questione di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, e io sono grata del fatto di esserci riuscita”.

Come aveva dimostrato sontuosamente nei suoi film precedenti, su tutti in Baby Driver, il comparto musicale, come quello sonoro, sono cruciali nel modo di pensare e fare cinema da parte di Edgar Wright. In Last Night in Soho, a maggior ragione, la scelta musicale, oltre a scandire il ritmo del film, serve per trasportarci al meglio nel mood degli anni ’60. “Quando scrivo un film, la musica è la prima cosa che avviene, prima della storia. – spiega il regista – Molte persone si appuntano le idee sui post-it, io mi appunto le canzoni per la colonna sonora. La maggior parte dei brani che vedete nel film erano presenti già nella prima bozza della sceneggiatura. Devi scegliere canzoni che ami davvero tanto, perché poi quando le metterai nel film sarai costretto a sentirle almeno 600 volte”.

Il film uscirà nelle sale subito dopo Halloween, il 4 novembre, presentandosi con il look di un film horror per attirare i più giovani e con il marchio di qualità di Edgar Wright, per ampliare la platea. Last Night in Soho, seppur restando saldamente ancorata ai cliché, offre un’indubbia boccata di rinnovamento a tutti i generi che tocca. Di certo non passerà inosservato.

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04 Settembre 2021

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