E’ morto Pietro Balla, filmmaker indipendente

E' morto all'improvviso nella sua casa di Poirino, il filmmaker indipendente Pietro Balla. Laureato in Scienze Politiche, si divideva da sempre tra il cinema e il lavoro di capostazione


E’ morto all’improvviso nella sua casa di Poirino, in provincia di Torino, il filmmaker indipendente Pietro Balla. Era nato il 15 giugno 1956. Regista, autore televisivo, produttore, era laureato in Scienze Politiche ma con la passione per il cinema da sempre che condivideva con il lavoro di capostazione. Dal 1985 ha realizzato documentari e programmi come regista e autore per la Rai e Odeon tv. Negli anni ’80 ha collaborato, in qualità di critico cinematografico, alle riviste “Cult”, “Filmcritica” e “Segnocinema”; curando la programmazione dell’Arena di Metropolis e del cinema Charlie Chaplin di Torino.

I suoi documentari, reportage e cortometraggi, spesso scritti e realizzati insieme alla compagna Monica Repetto, hanno indagato la questione operaia, il ’77 con la chiusura di Radio Singer e il tragico assalto a L’Angelo azzurro, la porno star Sandy Balestra e la pop star Adriano Pappalardo, gli “scatti di nera” con Michele Placido. Regista freelance per vari canali tv, tra cui Rai, RaiSat Art, Canal Jimmy, Planete, ha scritto sceneggiature per lungometraggi specializzandosi nella regia di docu-fiction, tra cui spiccano I campioni di Olimpia (Arte, History Cannel) e Casa Pappalardo (Rai2). Per Fox International Channels Italia realizza e produce la serie Scatti di nera (2006) con Michele Placido. Dal sodalizio creativo con Monica Repetto nasce nel 2002 la società di produzione indipendente Deriva Film che sviluppa, produce e distribuisce documentari, cortometraggi, concerti così come format e programmi televisivi.

E’ stato regista di Operai, Cocaina La vittima e il carnefice, prodotti da H24 Flm per Rai3. Tra i suoi lavori anche Dèrive Gallizio del 2000 e ThyssenKrupp Blues del 2008, Radio Singer del 2009, Un centimetro alla volta del 2016, Il corpo dell’amore del 2019.

“Quando ero piccolo – ha scritto in un profilo autobiografico – mi dicevano sempre ‘fa nen del cine’ che tradotto letteralmente dal piemontese vuol dire “non fare cinema”. Me lo dicevano quando mi comportavo come una vittima di soprusi o quando mi fingevo dolorante per falli inesistenti sul campetto di calcio dell’Oratorio. Quel tipo di cinema mi riusciva e mi riesce bene, l’atro tipo di cinema, quello vero mica tanto. Il fatto è che sono un voyeur. Ovvero godo a guardare. E godo così tanto che mi manca la capacità di organizzare lo spettacolo. Insomma dichiaro un fallimento a fare cine. Non sono capace, così inseguo le storie, sperando che un giorno o l’altro le storie inseguano me.

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13 Maggio 2021

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