Michael Apted è morto a Los Angeles. Il regista britannico è ricordato soprattutto per La ragazza di Nashville, del 1980, che ebbe sette nomination e un Oscar per la protagonista Sissy Spacek, e per Gorilla nella nebbia, del 1988, con l’intensa interpretazione di Sigourney Weaver.
Nato ad Aylesbury nel Buckinghamshire il 10 febbraio 1941 sotto le bombe dell’offensiva nazista contro l’Inghilterra, è stato soprattutto un raffinato artigiano, direttore d’attori, meticoloso costruttore di congegni narrativi capaci di appassionare gli spettatori. Alla testa dell’associazione dei registi americani (dal 2003 al 2009) e alla commissione dell’Academy per l’Oscar del documentario, è stato molto attivo a Hollywood che l’aveva “adottato” artisticamente”. Dal 1964 allo scorso anno ha seguito il progetto televisivo Up, filmando un gruppo di 14 bambini con il proposito di tornare a seguirli nella loro crescita ogni sette anni. L’idea era stata del regista televisivo Paul Almond e a quell’epoca il giovane Apted era solo ai primi passi della sua carriera in tv. Ma in seguito si appassionò totalmente al progetto che definiva “l’unica cosa veramente importante della mia carriera” e mantenne la parola fino all’ultimo episodio distribuito nel 2019. “E’ importante – diceva – capire come cambia una società attraverso la vita delle persone normali e io credo di dare un piccolo contributo con questa storia che definirei ‘di famiglia’, tanto ormai sono intimo con tutti i miei protagonisti. Restiamo in contatto regolarmente e poi, ogni sette anni, io torno con la mia cinepresa a dar loro voce”.
Il suo debutto al cinema avvenne nel 1972 con un thriller di buona fattura, Triplo eco, interpretato da due star come Glenda Jackson e Oliver Reed. Dopo dieci anni di gavetta alla Granada Television, una ottima conoscenza della tecnica e il successo ottenuto in patria attira l’attenzione degli studios americani. Tra i suoi film Il segreto di Agatha Christie, dedicato a un episodio enigmatico nella vita della regina del giallo con una splendida Vanessa Redgrave nel ruolo principale e Dustin Hoffman nella parte del giornalista che la seguirà durante tre giorni di misteriosa amnesia della donna. L’anno dopo tocca al già citato La ragazza di Nashville, sulla cantautrice country Loretta Lynn. E’ il soggetto ideale per conquistare il pubblico dell’America profonda e nel 1981 si ripete, grazie a John Belushi, con la commedia demenziale Chiamami aquila scritta da Lawrence Kasdan. Seguiranno titoli come Gorky Park, Cuore di tuono, Occhi nelle tenebre e perfino un titolo della saga di 007: Il mondo non basta con Pierce Brosnan. L’impeccabile spy story Enigma, scritto da Tom Stoppard e tratto dal romanzo di Robert Harris nel 2001 e il dramma storico Amazing Grace (2006) sul gentiluomo inglese William Wilberforce che a inizio ‘800 fece abolire la schiavitù in Gran Bretagna, restano i migliori titoli nell’ultima parte della sua carriera.
Continuò a dirigere con il sequel de Le cronache di Narnia del 2010 (Il viaggio del veliero) o Codice Unlocked con Noomi Rapace e Orlando Bloom, la sua ultima regia nel 2017. Il suo capolavoro rimane Gorilla nella nebbia del 1988 in cui ricostruiva il misterioso omicidio dell’antropologa Dian Fossey, mandata in Congo Belga dal “National Geographic” per studiare il comportamento dei gorilla di montagna, specie in via d’estinzione. La ricercatrice riuscì ad assimilarsi perfettamente nella comunità delle scimmie, facendosi adottare dai quadrumani, ma la sua passione da esploratrice si scontrò presto con gli interessi dei bracconieri e le protezioni governative, fino a rimanere barbaramente assassinata da mani rimaste ignote ancor oggi. La cura della messa in scena ricostruita nelle foreste di Grenada, l’interpretazione di Sigourney Weaver e l’emozione di una vicenda mai prima rivelata dai mass media, suscitarono una reazione in tutto il mondo e il film conquistò ben 5 nomination all’Oscar.
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