E’ morto Andrea Camilleri, ‘papà’ di Montalbano

Il grande scrittore è morto all'età di 93 anni. Con i suoi romanzi ispirò tanto cinema e tv, ma fu anche attore in prima persona. L'ultimo impegno: la voce dell'Orso vecchio nel film di Mattotti


Il grande scrittore Andrea Camilleri è morto stamani all’ospedale Santo Spirito di Roma dove era da tempo ricoverato. “Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali – si legge nel bollettino dell’ospedale – Per volontà del maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio”.

Aveva 93 anni, essendo nato il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle. Scrittore, regista di teatro, sempre impegnato politicamente, fu anche attore in varie occasioni ed ebbe con il cinema e la tv un rapporto intenso e fruttuoso. A partire da una collaborazione poco nota con Michelangelo Antonioni, a metà degli anni ’50, quando fu chiamato a dare il suo contributo alla scrittura de L’avventura (1960), nell’adattamento dei dialoghi in siciliano.

Interpretò la parte di un vecchio archeologo nel film del 1999 di Rocco Mortelliti La strategia della maschera, un giallo che si svolge tra la Sicilia e Roma riguardo alla sparizione di preziosi reperti archeologici. Sempre Mortellitti nel 2010 si è ispirato a un suo romanzo per La scomparsa di Patò: delle opere dell’autore siciliano questa è la prima che viene trasposta in un film girato nei suoi luoghi di origine. La sua prima prova recitativa fu nel 1988 in Quel treno da Vienna, secondo di tre tv movie tratti dai romanzi di Corrado Augias, con Jean Rochefort. Nel 2018 ha recitato al Teatro Greco di Siracusa il suo monologo Conversazione su Tiresia in cui ripercorre la vita dell’indovino cieco – come lui stesso nell’ultima parte della sua vita – collegandola appunto alla sua sopravvenuta cecità. Il testo è diventato anche in un film.

Premiato anche con un Nastro d’argento speciale, è stato la voce dell’Orso anziano ne La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti, presentato allo scorso Festival di Cannes. E’ apparso nel documentario di Roman Paska Prove per una tragedia siciliana del 2009 accanto a John Turturro, Mimmo Cuticchio e Donatella Finocchiaro. Nel 2018 è stato realizzato La mossa del cavallo: c’era una volta Vigata di Gianluca Maria Tavarelli con Michele Riondino.

E naturalmente il suo rapporto con il mondo dell’audiovisivo è fortissimo grazie alle molte e fortunate versioni televisive del Montalbano, nato nel 1994 con La forma dell’acqua, ritratto di vita e malavita di provincia in cui già emerge la figura del protagonista, con la sua malinconica ironia, e la caratterizzazione dei personaggi di contorno (il che ha fatto anche la eccezionale fortuna della serie tv con Luca Zingaretti).

Vissuto a Roma sin dal dopoguerra, dal 1949 fu regista teatrale (il primo a rappresentare Beckett in Italia) e autore teatrale e di saggi sullo spettacolo e scritti su Pirandello, oltre che per anni titolare di una cattedra di regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Nelle vesti di funzionario Rai delegato alla produzione e sceneggiatore lega poi il suo nome a famose produzioni poliziesche della tv italiana, che avevano come protagonisti il tenente Sheridan e il commissario Maigret. E se pubblica e scrive poesie sin dai suoi vent’anni, arriva davvero alla scrittura narrativa solo verso i 60 anni, con Il corso delle cose, pubblicato nel 1978 gratis da un editore “a pagamento” con l’impegno di citarlo nei titoli dello sceneggiato tv tratto dal libro, La mano sugli occhi, che comunque non ne aiutò la fortuna. Nel 1980 esce quindi da Garzanti Un filo di fumo, il primo in cui compare la cittadina immaginaria di Vigàta ma è solo nel 1992, con l’uscita da Sellerio, che sempre resterà il suo editore principale, de La stagione della caccia, che grazie al passaparola dei lettori diventerà un sorprendente successo, confermato poi dal boom de Il birraio di Preston.

Un numero monografico della rivista ‘bianco e nero’

 

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