È morta Lina Wertmüller, la prima regista candidata all’Oscar

Nel 1977 con il film Pasqualino Settebellezze, la regista italiana ottenne la candidatura agli Oscar per la Miglior Regia, prima donna in assoluto a riuscirci. Nel 2020 ricevette la statuetta onoraria


Si è spenta all’età di 93 anni la regista italiana Lina Wertmüller, tra le più importanti cineaste della storia. Nel 1977 con il film Pasqualino Settebellezze fu la prima regista donna di sempre a ottenere una candidatura per la Miglior Regia ai Premi Oscar, il film fu candidato anche al Miglior Film Straniero e alla Miglior Sceneggiatura. Nel 2020 l’Academy decise di premiarla con l’Oscar onorario alla Carriera con la seguente motivazione: “per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa”. Tra i suoi film più popolari Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974) e Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), i suoi ultimi lavori sono stati Peperoni ripieni e pesci in faccia nel 2004 e Mannaggia alla miseria, distribuito direttamente su Raiuno nel 2010.

Esordì nel 1963 con I basilischi, omaggio a I vitelloni di Fellini, ma ambientato a Sud (il film fu girato in gran parte a Palazzo San Gervasio, nel Potentino, da dove veniva la sua famiglia). 

Ha diretto 23 film, tra questi anche spaghetti western (Il mio corpo per un poker con Elsa Martinelli), alcuni musicarelli e il televisivo Gian Burrasca con Rita Pavone, girato tra il 1964 e il 1965. Raggiunto il successo nel decennio d’oro degli anni ’70, vira ancora verso il racconto surreale (La fine del mondo nel nostro solito letto, 1978); si dedica a Napoli e alla sua cultura prediletta, ma il suo grande ritorno viene in accordo col genovese Paolo Villaggio per Io speriamo che me la cavo (1992). Dopo il David di Donatello alla carriera del 2010 depone le armi e si ritira in un dignitoso silenzio. “Ho sempre avuto un carattere forte, fin da piccola – raccontava Lina Wertmueller- . Sono stata addirittura cacciata da undici scuole e sul set ho sempre comandato io”. Piccola, tenace, vitale ma capace di scontri furibondi e di amicizie indistruttibili, Lina a soli 17 anni si iscrive all’accademia teatrale di Pietro Sharoff, debutta come regista di burattini con la guida di Maria Signorelli, scrive per la radio e la televisione mettendo in mostra un estro surreale e comico che sarà la sua arma vincente, va a scuola di cinema da Fellini sui set di La dolce vita e 8 ½ e al suo debutto vince subito la Vela d’oro al Festival di Locarno. A metà degli anni ’60 incontra l’apprezzato scenografo teatrale Enrico Job con cui si sposerà, dividerà tutta la carriera artistica e adotterà la figlia Maria Zulima.

E’ del ’72 il suo primo grande successo, Mimì metallurgico ferito nell’onore, in cui per la prima volta fa coppia artistica con il suo protagonista per eccellenza, Giancarlo Giannini. Il film ha un travolgente successo in sala e si guadagna l’invito al festival di Cannes. In età matura era sempre più attratta dalla cultura partenopea tanto da meritarsi la cittadinanza onoraria di Napoli e da debuttare al Teatro San Carlo con una felice regia della Carmen di Bizet. Si è divertita anche in veste di doppiatrice per Mulan o come attrice nel gruppo dei poteri forti in Benvenuto Presidente di Riccardo Milani. A lei è dedicato il documentario del suo collaboratore storico Valerio Ruiz: Dietro gli occhiali bianchi, presentato nel 2015 alla Mostra di Venezia.

La camera ardente sarà allestita in Campidoglio. La notizia è stata data dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri che in un tweet la ricorda come “una grande regista che ha realizzato film densi di ironia e intelligenza”. La Sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni ha dichiarato all’Ansa: “Una grande italiana, una grande artista che ricorderemo, poliedrica, capace con il suo sarcasmo anche di ridere delle debolezze degli italiani. Ha reso il nostro Paese più conosciuto in tutto il mondo”. 

“Il dinamismo inarrestabile e la passione civile hanno fatto di Lina Wertmuller una creatrice unica del Cinema Italiano, e della commedia contemporanea. Ha avuto grandi riconoscimenti nel mondo, la sua vita è stata piena. Di lei, fino al nostro ultimo incontro, ricordo l’allegria, contagiosa, critica, solare”: così il presidente di Anica, Francesco Rutelli.

Qui la nostra intervista a Lina Wertmüller, rilasciata a Cannes nel 2019 in occasione del restauro di Pasqualino Settebellezze.

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09 Dicembre 2021

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