PARIGI. Distribuito in tutte le sezioni della manifestazione, il cinema italiano si è fatto apprezzare nel corso del Cinéma du Réel, festival dedicato al documentario che si è appena concluso nella capitale francese. Nonostante una sicurezza rinforzata che ha provocato qualche attesa in più del solito, la 38° edizione della tradizionale rassegna ha confermato la propria vocazione di luogo d’incontro fra film sul reale, spettatori e registi, oltre a un affetto particolare da parte di un pubblico costante di appassionati.
Diretto dalla toscana Maria Bonsanti, ha onorato la carriera di Franco Piavoli, uno dei maggiori cantori del paesaggio e della vita di campagna lombarda, con una retrospettiva applaudita e accolta con partecipazione dal pubblico francese. ”Il regista italiano ci porta in un cinema che non sembra neanche porsi la domanda sui limiti fra reale e finzione – ha dichiarato la direttrice artistica del festival – gli attori non fanno che mettere in scena la propria vita”.
In concorso è stato presentato Dustur di Marco Santarelli, che ha iniziato da Roma un viaggio che lo porterà nelle sale di varie città italiane, distribuito da Luce Cinecittà. Prossima tappa il Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina di Milano. Recensito positivamente dalla critica francese, Santarelli ha raccontato a CinecittàNews come la manifestazione abbia rappresentato un’esperienza importante per la sua carriera di regista. “L’accoglienza è andata al di là delle mie aspettative, con un crescendo nel corso delle differenti proiezioni e una partecipazione piena del pubblico, che ha posto molte domande, cosa cui tenevo di più”.
Sulla situazione del documentario in Italia, rinvigorita dalla vittoria di Fuocoammare alla Berlinale, Santarelli ha sottolineato come “ci sono sicuramente delle circostanze favorevoli, ma anche dei prodotti di qualità. Il fatto che questo genere sia arrivato in sala grazie a Rosi, al di là di quello che si può pensare dei suoi lavori, è un risultato importante. Così come abituare le persone a un linguaggio nuovo con cui raccontare la realtà senza schiacciarla, evitando gli stereotipi del documentario come la voce fuori campo; e in questo Rosi è un maestro”.
Dustur ha portato a casa lo Youth Award – Cinéma du Réel, mentre il Grand Prix del concorso è stato vinto da Long Story Short di Natalie Bookchin, ritratto degli emarginati della California.
Nella sezione opere prime si è fatto valere l’intimo ritratto personale Il matrimonio di Paola Salerno, video artista e fotografa, formatasi al cinema sperimentale a New York e da molti anni in Francia, che ha messo in scena i preparativi per le nozze del fratello minore Checco, circondato dalle quattro sorelle. Uno sguardo su una famiglia calabrese non convenzionale e al femminile, appassionata nella discussione e sospesa in un luogo senza tempo, in una calda estate, fra tradizione e convenzioni sociali, sogni sul futuro e illusioni d’amore. “Ho lavorato molto sulla Calabria, da cui provengo – confida la regista Salerno – amo partire alla ricerca di una situazione che mi interessa filmare, senza un lavoro di scrittura, è questo il mio metodo. Quando ho saputo che mio fratello si sarebbe sposato – un evento particolarmente sorprendente – mi sono messa al lavoro”. Riprendendo in prima persona questa situazione di vivace vigilia del grande evento, Il matrimonio propone il contrasto fra due realtà vicine, ma lontanissime: “Mio fratello si è sposato, in chiesa, con una ragazza dell’entroterra, proveniente da una famiglia molto tradizionale, socialmente un mondo diverso. Nel film ho cercato di seguire il dettame per cui il privato è politico, mentre tecnicamente mi piace filmare da sola, essere dentro le situazioni e reagire con la camera”.
Sempre in Calabria, nel paese di Caulonia, abbandonato dagli abitanti e recentemente riportato alla vita da un gruppo di rifugiati africani, è ambientato il cortometraggio di Luigi Brandi Il caffè si beve bestemmiando, presentato in competizione. Infine, la nutrita selezione italiana al Cinéma du Réel è completata dalla presentazione di due pellicole come Special Screenings: Sebastiano di Fabrizio Ferraro, viaggio nelle rovine antiche di una Roma contemporanea attraverso il pretesto di uno sguardo concentrato sui tre quadri del Martirio di San Sebastiano del Mantegna. E Il solengo di Matteo Zoppis e Alessio Rigo de Righi, rievocazione della vita di Mario “de Marcella”, un uomo che trascorse più di sessant’anni della sua vita in una caverna.
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