‘Dustur’ alla Casa del Cinema

Uno dei film più discussi e applauditi dalla critica dell’ultimo Torino Film Festival, arriva in anteprima nazionale a Roma, a Italia Doc 10 curata da Maurizio Di RienzoR


E’ stato uno dei film più discussi e applauditi dalla critica dell’ultimo Torino Film Festival, dove ha vinto il Premio ‘Occhiali di Gandhi’ alla cinematografia nonviolenta e il Premio Avanti! (Agenzia Valorizzazione Autori Nuovi Tutti Italiani). Ora Dustur, il nuovo film documentario di Marco Santarelli arriva in anteprima nazionale a Roma, alla Casa del Cinema, per la rassegna Italia Doc 10 curata da Maurizio Di Rienzo (leggi il programma), Venerdì 29 gennaio alle 18.30, con ingresso gratuito fino a esaurimento posti e alla presenza del regista. Il film, prodotto da Zivago Media e ottofilmaker in associazione con Istituto Luce Cinecittà sarà poi distribuito in circuitazione nazionale da marzo, da Luce-Cinecittà.

Dopo Lettera al Presidente, Marco Santarelli torna a indagare da una prospettiva inedita un cardine della vita istituzionale italiana. Tradotto dall’arabo, Dustur significa ‘Costituzione’. E la Costituzione italiana è quella che un gruppo di detenuti musulmani del carcere Dozza di Bologna inizia a conoscere e approfondire in uno speciale corso scolastico. Un percorso che li porterà a scrivere un dustur ideale, fatto di parole personali e universali, in un confronto aperto e uno scambio tra culture e modi di sentire a volte differenti, accomunati da necessità vitali. Un viaggio che comincia dietro le sbarre e le oltrepassa, per concludersi in uno dei luoghi simbolo della Resistenza e della Costituzione italiana   ‘Un appassionante e attualissimo esempio di vera integrazione culturale’ Fabio Ferzetti – il Messaggero ‘un ottimo documentario… un tessuto di riflessioni fertile’ Alessandra Levantesi, La Stampa ‘Un documentario per immaginare un mondo migliore’ Giulio Vicinelli – Alias – il manifesto ‘il bel documentario di Marco Santarelli’ Lee Marshall, Internazionale ‘…è la parola che permette un confronto in profondità, lontano dai clamori della cronaca, dalle certezze, dalle ideologie precotte, interrogando concetti millenari e attuali’ Cristina Piccino – il manifesto ‘ecco un esempio riuscito di «cinema della realtà». Che vuol dire intensificare e far vibrare, come nella poesia, tutti i linguaggi che il cinema adopera’ Roberto Silvestri, Alfabeta 2 

Nella biblioteca del carcere Dozza di Bologna, insegnanti e volontari hanno organizzato un corso scolastico sulla Costituzione italiana in dialogo con le primavere arabe e le tradizioni islamiche. I partecipanti sono prevalentemente detenuti musulmani: alcuni di loro sono giovanissimi e al primo reato, altri hanno alle spalle molti anni di carcere. A tenere le fila del corso c’è Ignazio, un volontario religioso che ha vissuto per molti anni in Medio Oriente. Durante gli incontri, Ignazio   non è solo. Al suo fianco c’è un giovane mediatore culturale musulmano: Yassine. A lui spetta il compito di tradurre in italiano (e in un arabo comprensibile da tutti) i diversi dialetti parlati dai detenuti e mediare le posizione più estreme. Per ogni incontro-lezione è presente un ospite esterno. Mentre nella biblioteca del carcere, incontro dopo incontro, ospite dopo ospite si discute e si affrontano i principi e i valori che hanno animato la nascita della Costituzione, fuori, Samad, un giovane ex detenuto marocchino, vive l’attesa di un fine pena che tarda ad arrivare. Samad è alle prese con gli “inverni e le primavere” della libertà e una vita da ricostruire dentro nuove regole. Sarà l’ultimo ospite del corso, che tornerà dentro per partecipare alla discussione e alla scrittura di un dustur ideale (tradotto in italiano dustur significa Costituzione). Samad conosce bene molti dei detenuti che partecipano al corso e la vita dentro il carcere bolognese. E’ qui che ha trascorso quattro lunghi anni della sua vita.

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26 Gennaio 2016

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