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“Cercare di essere là dove sente pulsare il cinema”, dall’Italia all’Est Europa fino all’Africa e al Sud America. Si presenta così, con slogan accattivante, la Downtown Pictures, nuova casa di produzione di Marco Müller.
Forte dell’esperienza vincente a Fabrica, l’ex direttore di Locarno che si definisce “un piccolo produttore di film insoliti”, continua a scommettere, sull’esplorazione “di territori cinematografici emergenti alla ricerca di creatività sorprendenti ma ancora invisibili. L’obiettivo è fare film non normalizzati, soprattutto opere prime e seconde, in cui si coniughi il valore culturale e quello economico sfruttando le possibilità espressive offerte dalle nuove tecnologie”.
Al suo fianco un team di “business angels” (Emanuele Costa, Umberto Lago, Viviana Queirolo, tra gli altri) ovvero consulenti finanziari che lo aiuteranno a calibrare il tiro.
La sede prescelta è Bologna perché, dice il produttore: “è una tra le città più vivaci del panorama nazionale, piccolo polo d’attrazione del cinema indipendente in cui cercheremo di consorziarci con realtà locali. A convincermi è stato Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna”.
Müller può contare anche sulla solidità di Rai Cinema con cui, dopo aver coprodotto per Fabrica 9 titoli tra cui il Leone d’Argento 1999 Diciassette anni di Zhang Yuan e l’Oscar 2002 al miglior film straniero No Man’s Land di Danis Tanovic, ha firmato un accordo biennale. “Dal 1997 Rai Cinema porta avanti un’esperienza straordinaria con Müller e Fabrica. La partnership con la Downtown ne è la naturale prosecuzione”, ha detto il presidente Giuliano Montaldo.
“Stiamo studiando una linea editoriale comune ma non si tratta di un accordo esclusivo” precisa Müller.
Ed ecco il piano produttivo della Downtown che, da ottobre 2002 a marzo 2003, ha in cantiere 5 film di cui ben 4 di registi italiani e almeno 3 girati in digitale.
Con il sostegno di Rai Cinema saranno prodotti Oakland non deve bruciare di Gianfranco Rosi, uno sguardo visionario sugli Stati Uniti realizzato dal pluripremiato documentarista di The Boatman, e Fango del turco Darvish Zaim che, con l’uso della satira, metterà in scena “la parte più orientale d’Europa, la Turchia e il conflitto silenzioso con i ciprioti”.
Dated segnerà il ritorno di Edo Bertoglio, l’autore di Downtown 81, mentre Il colore della Bassa sarà l’opera prima di Giuseppe Morandi che traccerà la geografia extracomunitaria dei nuovi lavoratori della Bassa Padana. Con Sonasò Gianfranco Pannone, uno dei più apprezzati documentaristi italiani, indagherà il destino della musica di tradizione orale del Sud d’Italia.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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