E’ quasi irriconoscibile, con quei cardigan grigi e i mocassini marroni, un look che mortifica la sua solare bellezza. Con quell’aria dimessa si trasforma in una ragazza di parrocchia che sogna di prendere i voti fino al giorno in cui va a vivere con una strana tipa, attrice fallita e truffatrice di mezza tacca. Il rapporto ben presto diventa ossessivo e ambiguo, fino ad arrivare all’omicidio. Donatella Finocchiaro è la protagonista, con Sabrina Impacciatore, nel ruolo della manipolatrice pronta a tutto pur di sfruttare le situazioni che le capitano a tiro, di Donne assassine, l’episodio pilota di una serie prodotta per Fox Channels, inserita nella sezione Extra. Un giallo al femminile ispirato a un libro di Marisa Grinstein e poi a una fortunata fiction argentina(Mujeres Asesinas) che tocca temi generalmente tabù per la televisione, dalla passione lesbica alla violenza tra donne. “E’ un po’ estremo e credo che avrà problemi ad andare in onda”, dice Donatella. La raggiungiamo mentre è in partenza per la Puglia: vola sullo stesso aereo di Monica Bellucci. Lei viaggia verso il set del nuovo film di Edoardo Winspeare (I galantuomini), l’altra è impegnata con la regista francese Marina De Van. Due progetti nati sotto l’ombrello della “giovanissima” Apulia Film Commission.
Winspeare racconta una storia di malavita, droga, traffico d’armi e denaro sporco. Una storia molto dura in cui lei è decisamente dalla parte dei cattivi.
E’ vero, sono una donna spietata, che fa a botte e che uccide. Ma sono anche una donna con momenti di grande fragilità. Il film racconta infatti la storia d’amore tra il mio personaggio, Lucia Rizzo, boss della Sacra Corona Unita, e il magistrato Fabrizio Gifuni: siamo due amici d’infanzia che si ritrovano e s’innamorano. Rappresentiamo due mondi in contrasto, la legge e la malavita.
Violenta come in “Donne assassine”.
Nel film tv di Herbert Simone Paragnani sembro un angelo anche se alla fine arrivo al crimine. Comunque il fenomeno non è così raro, sempre più spesso accade che le donne, vittime della violenza nei secoli, diventino criminali.
Alla Festa di Roma la vedremo anche nel film di Mimmo Calopresti, “L’abbuffata”.
E’ un piccolo ruolo, quello di una ragazza calabrese che in passato, si intuisce, ha avuto una storia con Diego Abatantuono, un regista ormai disilluso, tornato al paese da Roma dopo vari fallimenti. All’inizio Diego scoraggia i giovani che vorrebbero fare cinema e anch’io faccio un po’ parte di questo suo atteggiamento negativo.
Cosa pensa della Festa di Roma?
Mi piace l’atmosfera dei festival. Certo, lo charme e l’eleganza di Cannes sono uniche, mentre Venezia è più discreta e davvero molto bella, però Cannes resta il mio primo festival, quello che mi ha lanciata con Angela.
Criminale per Winspeare e terrorista per Tavarelli nel film tv su Aldo Moro con Michele Placido.
È vero, sono Adriana Faranda. Un personaggio tosto e duro, che mi piace per una sola cosa: si è dissociata insieme al suo compagno Morucci. Girando il film ho scoperto che ha un lato umano e una sua fragilità di madre. Fu costretta a separarsi dalla figlia e andava a spiarla all’uscita di scuola.
Ha pensato a “Buongiorno, notte” di Marco Bellocchio per affrontare questo personaggio?
Certo, l’ho tenuto presente. Con Bellocchio, dopo Il regista di matrimoni e Sorelle, c’è un bel rapporto. Ci sentiamo spesso e mi piacerebbe tornare a lavorare con lui.
Quali altri autori la attirano?
Bertolucci rimane un sogno. Poi Olmi e Tornatore.
Con Battiato invece ha girato “Perdutoamor”. Vedrà il suo film alla Festa?
Sono convinta che il suo nuovo film, Niente è come sembra, mi piacerà. Battiato è geniale sempre, sia che faccia cinema, musica o che dipinga. Anche Musikanten era fuori dagli schemi, surreale e intimo.
Che ci dice del film di Costantini, “Un destino ridicolo”, dal romanzo di Fabrizio De Andrè?
Ancora non so quando uscirà. È ambientato a Genova, negli anni ’60, ed è un film corale con personaggi tipici dell’universo del cantautore genovese, prostitute, clienti e magnaccia. È una commedia con momenti drammatici interpretata anche da Filippo Nigro, Massimo Popolizio, Fausto Paravidino.
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