Sulla mia pelle di Valerio Jalongo è il primo dei due film italiani in concorso al Torino Film Festival. Una pellicola impegnata che tratta il tema della libertà o, piuttosto, sarebbe meglio dire, della mancanza di libertà. I protagonisti sono infatti carcerati che sperano nella semi-libertà e che sognano di poter rivedere i propri figli. Insomma, vorrebbero vedere il mondo oltre le sbarre di un’angusta cella. Tra i “non-liberi” vi sono anche quelli che pur non essendo rinchiusi in un carcere si trovano alle prese con debiti e malavita, fallimenti familiari e lavorativi, e pure quelli che non riescono a realizzare i sogni più elementari.
Un film amaro, dunque, che mostra drammaticamente i mali di una società apparentemente proiettata nel terzo millennio e invece popolata da reclusi, che affonda le sue radici nel Medioevo.
Ivan Franek (Brucio nel vento) è Tony, un detenuto che ha appena ottenuto la semilibertà e che rischia per il suo carattere poco incline a seguire le regole di perderla immediatamente, mentre Donatella Finocchiaro (Angela) è Bianca, un’imprenditrice campana dal carattere forte che inizia a provare qualcosa per Tony, e improvvisamente scopre che la sua azienda è sull’orlo del fallimento. La Finocchiaro, impegnata in due set, è riuscita comunque a venire a Torino per presentare Sulla mia pelle. Con lei abbiamo parlato di questo film, che uscirà presumibilmente a marzo, e dei suoi attuali impegni.
Chi è Bianca?
E’ una donna che solo in superficie può apparire forte e determinata, ma in realtà la sua è un’esistenza difficile piena di conflitti interiori. E’ un’imprenditrice che vuole rischiare in un ambiente ostile, che forse inizia a provare qualcosa per un uomo che di certo non ha una vita facile, e che poi scopre di essere stata tradita dalla sua famiglia che ha ceduto ai ricatti della camorra. E’ un personaggio che mi è congeniale perché offre più volti di sé, è determinata ma fragile. E credo che anche il pubblico sia portato a solidarizzare con una donna come Bianca piuttosto che con quei personaggi tutti di un pezzo che sembrano indifferenti a ciò che accade intorno a loro.
Qui non sei più una donna siciliana. Ti ha creato qualche problema?
Potrei risponderti in modo sbrigativo che avrei affrontato ogni difficoltà pur di recitare accanto a Ivan. Ad ogni modo, con Valerio ho preparato accuratamente ogni scena. Rispetto ad Angela ho dovuto limitare l’improvvisazione perché la parte richiedeva che parlassi con un accento salernitano. Inoltre è stato necessario studiare preventivamente le battute di Ivan perché non sapendo il francese non avrei altrimenti capito quello che diceva. Il fatto di interpretare una donna non siciliana è positivo, significa che posso accettare più ruoli. Se solo imparassi le lingue straniere potrei anche lavorare all’estero!.
“Sulla mia pelle” uscirà a primavera, nel frattempo stai già lavorando in altri due set. E’ un momento d’oro.
Non sono una che vuole lavorare dodici mesi l’anno per il cinema. La mia priorità è quella di accettare ruoli interessanti e non esclusivamente da protagonista. In questo ultimo periodo ho avuto la fortuna di ricevere due proposte interessanti. Una commedia di Davide Ferrario con Luciana Littizzetto, Neri Marcoré e Dino Abbrescia (Se devo essere sincera) e un altro film con Renato De Maria (Amatemi) nel quale recito insieme a Isabella Ferrari e Valerio Mastandrea. Fortunatamente le due produzioni hanno un organizzatore in comune e così è stato possibile passare da un set all’altro. E sono particolarmente contenta di fare una commedia, era ora che interpretassi un personaggio comico.
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