Livia Drusilla, moglie di Cesare Augusto, primo imperatore romano, segnò le sorti della vita politica dell’Impero in un cruciale momento di crisi, e Kasia Smutniak le dà corpo e anima in DOMINA (nei primi due episodi, da giovanissima, Nadia Parkes), serie Sky Original in 8 puntate, dal 14 maggio su Sky Atlantic e NOW, girata negli Studi di Cinecittà.
“La cosa che più mi ha affascinata è che fosse un progetto intorno a una figura storica, una donna poco raccontata e poco conosciuta, ma fondamentale per la sua epoca: m’è sembrato importante per il momento che stiamo vivendo, abbiamo bisogno di storie in cui si raccontano donne forti ma anche fragili, e che hanno soprattutto lasciato un grande impatto. È stato un progetto inedito, in cui fondamentale era raccontare la verità dei fatti: la trasposizione storica è reale. Valore aggiunto è stato girare in Italia, a Cinecittà, per Sky, con Pescucci e Tranchino – eccellenze italiane, credo che tutto questo si veda: portare il cast a Roma è stato fondamentale, chi è venuto ha respirato la luce, l’energia tipiche della città, che ancora ci sono”, spiega Kasia Smutniak.
Creata e scritta da Simon Burke, DOMINA è diretta da David Evans, Debs Paterson e Claire McCarthy, per cui: “Il percorso creativo si è rivelato impegnativo e sfidante. Costruire un mondo epico, senza sbavature e molto strutturato, assicurando al contempo un collegamento empatico con le vite interiori di personaggi così complessi, si è rivelato un delicato gioco di equilibrismo. Siamo stati poi fortunati a poter unire le forze con quelle dello scenografo Luca Tranchino e della costumista Gabriella Pescucci (oltre a Katia Sisto al make-up e Claudia Catini all’hair design, ndr); ci siamo intesi sul voler creare un mondo con una palette di colori sobria e un insieme molto particolareggiato di linee guida estetiche. Il mio scopo ultimo è stato di offrire al pubblico un viaggio viscerale e pieno di suspense che permettesse agli spettatori di fare esperienza di questa antica civiltà. Credo ci sia sempre una linea sottile tra la precisione storica e l’aspetto drammatico: volevamo dipingere un thriller forte e abbiamo lavorato per trovare prove storiche che rispondessero agli interrogativi, per individuare un ritmo, una forma, per comunicare al pubblico le intenzioni, affinché fossero rilevanti per chi guarda”.
“L’imperatore più potente di Roma è una donna” recita il claim della serie e DOMINA racconta – per la prima volta dal punto di vista femminile – le lotte per il potere durante il principato di Gaio Ottaviano, il celebre Cesare Augusto, della cui terza consorte assistiamo alla vertiginosa ascesa. DOMINA segue Livia Drusilla dal suo esilio al ritorno a Roma, determinata a riconquistare quel che le è stato sottratto: sposando l’uomo che tutto le aveva tolto, al compimento dei 30 anni ha recuperato proprietà, status e molto di più, ma l’amato padre è morto combattendo per la Repubblica, contro lo stesso Imperatore, ora suo marito. Livia prende consapevolezza che non basti il potere, ma occorra tenerlo in pugno quando tutti gli altri lo bramano per sé.
“Per interpretare Livia ho dovuto prima capirla, come sulle decisioni di rinuncia materna, nella consapevolezza di far tornare la Repubblica, una coerenza a cui rende fedele tutta la vita. Livia ha bisogno del potere per sopravvivere, non fine a se stesso: nell’immagine promozionale che la rappresenta, c’è una figura ricoperta d’oro e questo è quello che vogliamo vedere, un pò un pretesto per raccontare Livia, che in realtà era il contrario che essere tutta orpelli e gioielli; Livia ha dovuto fare un percorso molto, molto violento, per pura sopravvivenza. Il progetto è arrivato in un momento giusto per me: credo che ogni donna, quando cresce, si renda conto della fatica che ha fatto per arrivare dove è, la fatica per mantenere le proprie libertà, rimanere se stessa, e per raccontare queste donne serve un pò di maturità; questa storia è importante oggi perché parliamo di diritti delle donne, quando ancora nel mondo ci sono donne che non hanno il voto o vengono date in sposa, ma rassicura sapere che 2000 anni fa certi passaggi sono stati fatti dalle donne, per cui Livia forse era davvero la prima vera femminista della Storia, creando leggi dedicate; però, si tratta di passi che poi sono stati cancellati, un campanello d’allarme per dire che se quello che conquistiamo oggi non viene protetto, potrebbe annullarsi. Raccontiamo comunque qualcosa di molto intimo, e DOMINA è anche una storia d’amore, con Gaio, di convenienza o meno, ma di grande passione. Tutte le scene con lui sono state per me rese facili e naturali per la bellissima scrittura, in cui Matthew McNulty ha portato forza e sensibilità al personaggio: interpretare Augusto non è cosa da poco e insieme siamo riusciti a costruire una storia d’amore immensa”, continua Kasia Smutniak.
“Livia Drusilla è stata la prima persona in cui mi sono imbattuto quando cercavo una donna di potere dell’epoca. Ho trovato la storia di Livia, qualcuno che per la prima volta nella storia romana aveva la possibilità di esercitare potere attraverso gli uomini: erede di una famiglia di democratici che sostenevano la Repubblica, alla fine ha spostato un tiranno, per cui m’è interessato il suo percorso; abbiamo sviluppato il genio femminile dietro il potere di Augusto e l’agire per ripristinare la Repubblica dopo la morte di lui”, spiega Simon Burke, creatore della serie. “Di fonti storiche, raccontate di uomini, ne avevamo tre o quattro: non raccontavano le donne, ma ci davano date e eventi, per cui agli storici supervisori è piaciuto come siamo riusciti a creare anche delle vicende, in prospettiva femminile, su cose davvero accadute. Il pubblico a cui parla la serie è eterogeneo: è una serie epica, c’è sangue, sesso, potere. È una storia di destrezza, intelligenza: uscendo ora dall’epoca Trump e della Brexit, mi dà i brividi pensare a come certi americani abbiano cercato di smantellare la democrazia dall’interno, un pò come dall’interno hanno agito Livia e Augusto, molto lentamente, quasi senza che si notasse”.
“Il fascino dell’Antica Roma è molto forte, un’epoca che ci sembra lontana, folle, impossibile che sia alle basi; ne conosciamo più la sfarzosità, e se penso alle grandi storie femminili penso a Cleopatra, diventata pop perché raccontata nel cinema: il nostro immaginario si riduce a quello; su Livia si sa poco o niente, perché è stata cancellata dalla sua epoca e l’intento di DOMINA è riportare il suo mito alla luce. Questa storia ha l’intento di mostrare l’epoca romana nella sua veste più realistica, più violenta, più crudele, e anche la storia intima è raccontata con questo punto di vista, per cui dalla serie potremo imparare qualcosa in più e di più veritiero sull’epoca”, riflette l’attrice di Livia Drusilla.
Con Kasia Smutniak, un grande cast internazionale: Matthew McNulty (Misfits) – il futuro imperatore Gaio Ottaviano (nei primi due episodi interpretato da Tom Glynn-Carney); Claire Forlani (Vi presento Joe Black) – Ottavia, sorella di Gaio; Christine Bottomley (The End of the F***ing World) – Scribonia, prima moglie di Gaio nonché acerrima nemica di Livia; Colette Dalal Tchantcho (The Witcher) – Antigone, prima fidata ancella di Livia e poi donna libera e sua confidente; Ben Batt (Captain America: Il primo vendicatore) – Agrippa, amico d’infanzia di Gaio Ottaviano, suo generale e poi console. Ancora, una star internazionale come Liam Cunningham (Il Trono di Spade) nel ruolo di Livio, padre di Livia Drusilla, e un’icona della cinematografia mondiale, Isabella Rossellini, che interpreta la matrona Balbina.
“Ottavia è una donna ricca di grazia, moderata, ma per il carattere ci si rende conto che non provenga da una famiglia di successo, eppure con il fratello sono stati capaci di realizzare il potere. Al di là della sua grazia era determinata ad arrivare ai vertici, c’era dell’acciaio dentro di lei. Si vede il prezzo da pagare per restare al potere: è stato un percorso che mi ha permesso di comprendere la sua complessità, e mi è piaciuto molto il personaggio per i molteplici aspetti da dipingere”, racconta Claire Forlani.
Cui fa eco un’altra protagonista, Colette Dalal Tchantcho: “Ho descritto Livia e Antigone come un dream team perché fin dall’inizio della storia ho visto che lei si prendeva cura di aspetti domestici, mentre Livia della politica e dei rapporti con gli uomini, insieme coprono ogni aspetto, come yin e yang, così da avere insieme un effetto totalizzante. Si vedono diverse scene in cui discutono delle informazioni vitali che passano dall’una all’altra, molte occasioni in cui si salvano reciprocamente”.
DOMINA è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios, Fifty Fathoms e Tiger Aspect Productions, con Cattleya nel ruolo di executive production service. Produttori esecutivi sono Patrick Spence, Marcus Wilson, Faye Dorn, Simon Burke e Claire McCarthy, insieme a John Phillips. La distribuzione internazionale è affidata a NBCUniversal Global Distribution. “L’idea di fare qualcosa ambientato nell’antica Roma girava all’interno di Sky da un pò di tempo, ci sembrava potesse essere un’opportunità raccontare il periodo, ma serviva un’idea: l’idea è stata di Simon Burke, con l’idea del potere della famiglia raccontata dal punto di vista femminile, talmente forte da averla sposata subito con passione. Il momento in cui mi sono reso conto dell’unicità è stata una prima riunione fatta a Cinecittà con autori, registi, Pescucci e Tranchino: l’integrazione tra l’eccellenza italiana, un autore che vive a Perugia e conosce bene la Storia romana, era la forza del progetto, che credo sia unico. È un progetto che è giusto sia nato in Italia, con un cast internazionale ma con le fondamenta italiane”, dice Nils Hartmann – Senior Director Original Productions Sky Italia.
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