Il modello del Festival di quest’anno parte dalla volontà di creare un terreno per l’esperienza collettiva del cinema, per l’incontro e lo scambio, a sostegno della ricostruzione e del rafforzamento sociale. È in questo senso che la direzione del Doclisboa invita il pubblico a accompagnare il Festival in un viaggio di sei mesi attraverso diversi percorsi e proposte: Signals (dal 22 ottobre al 1° novembre), Movements (dal 5 all’11 novembre), Spaces of Intimacy (dal 3 al 9 dicembre), So Many Stories Left Untold (dal 14 al 20 gennaio), Archives of the Time Being (dal 4 al 10 febbraio) e Where I’m Coming From, Where I ‘m Going To (dal 4 al 10 marzo).
Il primo momento del Festival, che si svolgerà tra il 22 ottobre e il 1° novembre, svelerà cosa si potrà vedere nei prossimi sei mesi, attraverso Signals – una selezione di cinque film rappresentativi dei diversi programmi ideati per ogni momento – Mon Amour di David Teboul; Riverock di Paula Gaitán; War di José Oliveira e Marta Ramos, Chelas Nha Kau del collettivo Bataclan 1950 e Bagabaga Studios – queste ultime proiezioni in prima mondiale al Doclisboa; e Kubrick by Kubrick di Gregory Monro.
Il primo momento del Doclisboa è completato dalla retrospettiva precedentemente annunciata Permanent Travel – The Restless Cinema of Georgia, dal programma Body of Work, il film di apertura Nheengatu – The Language of the Amazon Forest di José Barahona, e due sessioni speciali di Cinema of Urgency, programmato dal collettivo Mentuwajê Guardians of Culture e SOS Racismo.
Le proiezioni si svolgeranno nei cinema di Lisbona (Cinema São Jorge, Culturgest, Cinemateca Portuguesa e Cinema Ideal), a eccezione di Green Years e del programma ideato per Body of Work, che sarà disponibile su dafilms.com dal 22 ottobre al 3 novembre.
La parte industry del Doclisboa, Nebulae, si svolgerà interamente online, offrendo attività, incontri, opportunità per lo sviluppo e il supporto della creazione, produzione e diffusione di film
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