DIVISI SUL LINGOTTO


Tra il virtuosismo dell’insonne Al Pacino e i capricci dell’anti-Barbie Christina Ricci, reginetta del college che si innamora di un “ritardato” alla faccia (o in nome?) del politically correct, tra Insomnia e Pumpkin, si è aperto ufficialmente il Torino Film Festival. Ma tra i festivalieri, più che di cinema, si parla della nuova location. Con pareri discordi: c’è chi promuove il Lingotto, come Marco Ponti, entusiasta della tecnologia di proiezione delle undici sale del Multiplex Pathé. E chi invece rimpiange l’immersione nel centro cittadino a cui ci avevano abituati venti edizioni di Cinema Giovani. Una cosa è certa: fa uno strano effetto transitare nelle infinite prospettive degli ex stabilimenti Fiat, trasformati in centro commerciale in puro stile global, proprio mentre i quotidiani titolano sugli esuberi del colosso italiano dell’automobile.
Ce ne sarà eco, chissà, nel nuovo film che il regista di Santa Maradona ha appena finito di scrivere? Ponti, in giuria documentari qui al festival, lo descrive come una commedia nichilista e rivela che avrà come protagonista Libero De Rienzo e un’attrice francese. Ancora una volta, questo è certo, sarà una storia torinese.
Come lo sarà Ora e per sempre, l’epica del grande Torino raccontata da Vincenzo Verdecchi e prodotta da Alessandro. Riprese in primavera: per darci qualche anticipazione, martedì prossimo, arriverà al festival anche il presidente del Torino Calcio, Attilio Romero.
Ma c’è un’altra notizia ed è la decisione di Steve Della Casa di lasciare dopo questa edizione. Un divorzio consensuale per motivi più privati che di pubblica insofferenza. “Conviene lasciare al culmine del successo”, scherza il direttore. Favorevole anche al trasloco al Lingotto, che entusiasma a quanto pare il presidente Rondolino: “Gli ingressi non sono diminuiti, anzi – riflette il direttore uscente – Magari cambia il pubblico, chi arriva fin qui, lo far per scelta e quindi rimane per due, tre proiezioni”. Un pubblico sempre più cinefilo e motivato per un programma dove la non fiction, soprattutto italiana, ha grandissimo spazio. Ma ne riparleremo.

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08 Novembre 2002

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