Distopìa a Venezia

VENEZIA – Non solo concorso e sezioni parallele, per l’Italia del Lido. Alcune produzioni scelgono per farsi strada la via del Mercato, come Venezia Impossibile di William Carrer, produzione nostrana nonostante il nome anglofono del regista, presente alla Mostra insieme al protagonista Francesco Wolf.

Si tratta di un noir con elementi surreali, dato che si basa su un grosso ‘what if?’, ovvero il ‘cosa sarebbe successo se…’, uno strumento narrativo ben noto a chi segue cinema e fumetti americani ma molto meno usato nel nostro paese. In questo caso si immagina come sarebbe stata Venezia nel 1989 se Napoleone non l’avesse conquistata nel 1979. Nelle nuova Repubblica, sotto il giogo dello spietato Doge Anselmo Barberini, a Murano ha luogo una serie di misteriosi delitti. Responsabile delle ricerche è Leonardo Rizzi, Provveditor Capo de la Quarantia al Civil e al Criminal dello Stato Veneto che, insieme ai suoi fanti, si dovrà confrontare con una Repubblica spaccata a metà: da un lato la dittatura, dall’altra il mondo nascosto dei ribelli che lottano per la libertà e l’indipendenza.  

Interamente realizzato in Veneto, Venezia Impossibile è un lungometraggio che si definisce orgogliosamente ‘zero budget’, ma compensa la mancanza di fondi con la fantasia.