L’Italia, grazie a lui, è ufficialmente il primo paese a vincere un premio Oscar 2001. La notte del 25 marzo l’Academy ha infatti deciso di assegnare al produttore Dino De Laurentiis il prestigioso Irving G. Thalberg Memorial Award, ambito riconoscimento che dal 1937 è andato a personaggi del calibro di Cecil B. De Mille, Alfred Hitchcock, Ingmar Bergman.
Questa volta, ed è la prima, l’onore è spettato a un italiano tra i più noti e accreditati della scena internazionale. Già vincitore di ben due statuette per il miglior film straniero guadagnate, consecutivamente, nel 1957 e nel 1958, da La strada e Le notti di Cabiria, entrambi diretti da Federico Fellini.
Nato a Torre Annunziata, l’8 agosto 1918, De Laurentiis si avvicina al mondo del cinema frequentando il Centro Sperimentale. Come produttore la sua fama si consolida con Riso amaro. La pellicola del 1948 che lancia sulla scena la bellissima Silvana Mangano, indimenticabile e provocante mondina in shorts. Un set galeotto che permise l’incontro fatale tra attrice e produttore, coronato dal matrimonio e dalla nascita di quattro figli.
La carriera gli permette di abbinare con successo grandi produzioni, come Ulisse, Guerra e Pace e La Bibbia, a pellicole d’autore, quali L’oro di Napoli di Vittorio De Sica, La grande guerra di Mario Monicelli e Un giorno in pretura di Steno. Solo per citare aluni titoli di una filmografia che arriva a elencarne oltre un centinaio, senza trascurare né le parentesi felliniane né quelle comiche di Totò.
Nel 1973, abbandonato il progetto di costruire, sulla via Pontina, gli stabilimenti di Dinocittà – dove allestì La Bibbia – si trasferisce negli Stati Uniti. Serpico, I tre giorni del Condor, e kolossal come King Kong, con Jessica Lange, e Ragtime sono alcune delle pellicole che testimoniano da sole la qualità del suo lavoro oltreconfine.
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