O fantasma s’è palesato (vedasi Totò in 47 morto che parla). Ormai era assai atteso. Ed eccolo qui, Batman in versione gay, un uomo in tuta di lattice nera, di professione netturbino, che ne se va in giro a sodomizzare e farsi sodomizzare, a procurarsi piacere da solo nella vasca da bagno attorcigliandosi il braccio della doccia intorno al collo, a fare sesso orale nei cessi pubblici con sconosciuti, a masturbare in macchina un poliziotto legato e imbavagliato. Senza amore e alla ricerca d’amore. Su uno sfondo sempre buio, sporco, fatto di corpi e fremiti omosessuali. “Volevo filmare la brutalità del sesso”, spiega Rodrigues, che apre il film con una scena di sesso anale tra il novello Batman e l’amante occasionale di turno. Un tornado che si riversa sulla Mostra in concorso (non solo metaforico, mentre scriviamo transita una tromba d’aria con diluvio, temperatura abbassata di vari gradi, tuoni e fulmini). Complimenti per il coraggio.
Ma ci sono altri due film oggi di cui dire due parole. Animali che attraversano la strada e The Cell. Ci può essere un filo che lega tre film tanto diversi? Proviamo ad analizzarli. Intanto, sono tre esordi. Isabella Sandri, che firma il primo, ha comunque già lavorato con il compagno Beppe Gaudino, mentre Tarsem, regista di The cell nato in India, viene dal mondo della pubblicità e dei videoclip. “Un salto di qualità enorme – afferma il regista – che coinvolge lo spazio e il tempo”. In secondo luogo, trasportano sul grande schermo delle ossessioni dei tre registi: rispettivamente, il sesso, la volontà di parlare dei più deboli, la curiosità per l’inconscio e per i meccanismi che fanno scattare la crudeltà.
Animali che attraversano la strada racconta attraverso il volto di una strepitosa ragazzina quattordicenne, nella vita Francesca Rallo, l’affannoso brulicare di vite ai margini, in una periferia architettonicamente sgradevole, povera, che vive di espedienti. In una parola, parla di solitudine. O fantasma mette in scena le ossessioni sessuali di un giovane che lavora di notte, fa sesso con uomini che neppure saluta, insegue un motociclista che non ne vuole sapere di lui, gioca con una donna che lo desidera lasciandola all’ultimo momento ogni volta a bocca asciutta. In definitiva, è solo. The cell si muove all’interno della mente perversa e crudele di un serial killer, seviziato e aggredito di continuo dal padre quando era bambino, che una psichiatra (badate bene, è Jennifer Lopez) cerca di sondare attraverso il contatto virtuale. Sola lei, solissimo il serial killer.
Insomma, dall’Italia, all’America (ma il regista è indiano, ha studiato Economia a Nuova Delhi) fino al Portogallo, arrivano una serie di figure maschili e femminili che la vita ha messo a dura prova.
Alla fin fine quello a cui va meglio è proprio il protagonista di O fantasma, che bene o male rimane alla ricerca di qualcosa. A lui la vita lascia comunque un’altra possibilità. Il regista, il trentaquattrenne João Pedro Rodrigues, che prima di darsi al cinema ha studiato biologia, parla perfettamente l’italiano, così come francese e inglese. Lo ha imparato all’Istituto italiano di Lisbona. Sul film, che come già detto mostra senza freni scene di sesso tra uomini, con un primo piano di sesso orale, spiega di aver messo in atto delle ossessioni. Rodrigues, che voleva fare l’ornitologo, nel ’97 si conquistò una menzione speciale della giuria per il cortometraggio Buon compleanno, su un uomo di trent’anni, fidanzato, che si trova a letto con un ragazzo di diciott’anni e rimette in discussione la sua vita.
Ma voleva dare scandalo? “Non mi sfiorava assolutamente l’idea – dice il regista, magrolino, occhiali scuri – volevo raccontare una storia di sesso e basta, un film carnale, buio tanto da confondere il personaggio con l’ambiente. La tuta di lattice nero è un rifugio, dalla solitudine. Gli uomini della nettezza urbana sono un po’ fantasmi perché hanno un loro territorio”. È girato a Lisbona, ma la città non è riconoscibile. Gli attori non sono professionisti, anzi sono amici del regista con cui ha stabilito un rapporto assolutamente professionale. “Duro girare certe riprese, però – ammette – perché è difficile immortalare l’intimità delle persone. Le abbiamo realizzate alla fine, quando ormai si conoscevano bene”. Nessun problema con la censura. Anzi, il film è stato finanziato dallo stato e andrà in televisione. “Perché stupirsi – dice – hanno trasmesso anche L’impero dei sensi“. Intanto il film esce domani, 8 settembre, in quattro città italiane.
E a proposito di sesso, per la Settimana della critica è passato Scout man del giapponese Masato Ishioka, dove alcuni ragazzi vanno per le strade ad assoldare ragazzine minorenni che si prestino a fare film hard per adulti, prostituirsi, concedersi a giochi per feticisti. Nientemeno.
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