Dopo il successo delle anteprime torinesi, città d’origine o d’elezione degli autori, è iniziato il 31 marzo il tour nelle sale del film Di noi 4, presentato al Rome Independent Film Festival – RIFF del 2024. La regia è a firma di Emanuele Gaetano Forte ma questa commedia è soprattutto il frutto di un lavoro collettivo e condiviso, sia in fase di scrittura sia sul set, anche dagli attori e autori Giovanni Anzaldo e Giulia Rupi. Insieme formano il gruppo creativo MUMBLE GROUP, un collettivo che racconta storie immerse nella contemporaneità con una chiara voce ironica ma che non rinuncia alla profondità del vissuto quotidiano.
Il film avrà una proiezione evento lunedì 7 aprile presso il Cinema Troisi (Via Girolamo Induno, 1) di Roma alle ore 19:00. Per l’occasione gli spettatori avranno l’opportunità di dialogare col regista, Emanuele Gaetano Forte, l’attore protagonista e autore Giovanni Anzaldo, l’attrice protagonista e autrice Giulia Rupi e l’attore protagonista Elio D’Alessandro. Modererà l’incontro la giornalista Giulia Bianconi.
Giamma (Giovanni Anzaldo, Il capitale umano, 2014, di Paolo Virzì; Non è un paese per giovani, 2017, di Giovanni Veronesi; Ricordi?, 2018, di Valerio Mieli; La Seconda Vita, 2024, di Vito Palmieri), Alda (Giulia Rupi, Sta per piovere, 2013, di Haider Rashid; Inexistentia, 2022; di Salvatore Vitiello; Senza distanza 2016, di Andrea di Iorio), Pier (Elio D’Alessandro, Pilade, 2015, regia di D. Salvo; Festen, 2023, regia di M. Lorenzi; Come gli Uccelli, 2024, regia di M. Lorenzi), e Rachel (Roberta Lanave, Amleto, 2012, regia di V. Malosti; Morte di un commesso viaggiatore, 2015, regia di E. De Capitani; Il giardino dei ciliegi, 2016, regia di V. Malosti) sono due coppie di amici di lunga data. Hanno grandi aspirazioni, ma vivono da precari in una società che spesso li ha delusi e che continua a farlo. Nessuno di loro, infatti, immaginava di ritrovarsi alla soglia dei quarant’anni senza un lavoro fisso, vivendo alla giornata e senza alcuna certezza di poter costruire una famiglia. È durante una festa di compleanno che balena nella loro testa una possibile soluzione…
Di noi 4 parla di precarietà economica, amicizia, famiglia e della necessità di progettare e immaginare il futuro in maniera diversa con un taglio ironico e un iperrealismo fuori dagli schemi, così come fuori dagli schemi è la forma che il film assume. Il risultato è un lavoro in grado di mettere un’intera generazione allo specchio: quella dei trenta/quarantenni alle prese con un modello di vita da reinventare. Il film esplora il significato della famiglia al di là delle sue strutture tradizionali. La storia pone al centro quattro amici che scelgono di assumersi insieme la responsabilità di crescere un bambino, affrontando questioni complesse come il ruolo dei legami affettivi e il senso di comunità. Attraverso questa scelta, il film riflette sul concetto di genitorialità collettiva e sul modo in cui la società contemporanea possa adattarsi a nuovi modelli familiari. La narrazione invita lo spettatore a interrogarsi sul peso delle convenzioni sociali e sull’importanza del sostegno reciproco come base per la crescita di un individuo.
Le tematiche principali del film intrecciano anche le sfide economiche e sociali della generazione dei protagonisti. I quattro amici vivono in un contesto di incertezze, dove il desiderio di creare una famiglia si scontra con le difficoltà pratiche del quotidiano. Questo contrasto mette in luce la resilienza dei legami umani e la necessità di solidarietà per affrontare un mondo in cambiamento. La famiglia, in questa rappresentazione, diventa un concetto flessibile, costruito sulle fondamenta di amore, comprensione e collaborazione piuttosto che su ruoli prestabiliti.
“Una commedia che racconta le difficoltà di progettare il futuro e del desiderio di fare figli nell’incertezza economica con una messa in scena che rispecchia volutamente il contenuto del film e che fa delle sue caratteristiche produttive un manifesto. Abbiamo deciso d’imbarcarci nell’impresa investendoci personalmente – affermano gli autori – La troupe si è ridotta all’essenziale e a quel punto ci siamo detti che questa coincidenza tra le condizioni produttive e il contenuto del film andava raccontata. Da qui è nata l’idea di non nascondere, ma anzi esplicitare, la nostra povertà di mezzi. Per quel che ci riguarda come autori, la risposta al nostro desiderio di genitorialità l’abbiamo data. Il film è nato. E ne è venuto fuori un film che rivendica la sua “diversità” sia in termini poetici che politici.”
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