In Germania e Inghilterra solo il 94% delle persone è cosciente dell’ineguaglianza del lavoro in campo di audiovisivo tra uomini e donne. Il 44% delle donne sono diplomate a una scuola di cinema, l’84% del finanziamento nazionale non viene investito in film diretti da donne. Solo un film su cinque è diretto da una donna, e poche di loro sono ritenute valide per dirigere un film drammatico ad alto budget (è più accettato, ad esempio, il prodotto per bambini, per via di un legame concettuale e pregiudiziale tra l’essere donna e l’essere mamma).
Molti i luoghi comuni da sfatare: che le registe donne non siano brave, che i film diretti da donne non siano remunerativi (nel 2013 hanno generalmente ottenuto risultati migliori di quelli diretti da uomini), che non raggiungano l’audience costituita per lo più da uomini.
Questi sono solo alcuni dei punti salienti emersi dall’innovativa ricerca sulla parità di genere realizzata da European Women’s Audiovisual Network (EWA), presentata oggi nel contesto della Berlinale 66 e realizzata, per la parte che riguarda l’Italia (i cui dati saranno pubblicati nei prossimi mesi) con il sostegno e la collaborazione della Direzione Generale Cinema del MiBACT.
Dopotutto una conferma di ciò che si sospettava: l’industria audiovisiva non è in grado di sostenere la carriera delle registe. Il talento c’è. Tuttavia il potenziale creativo e il punto di vista delle donne non raggiungono il pubblico europeo. Negli ultimi anni, la scarsità di film diretti da donne al Festival di Cannes e agli Oscar è stata notevole. Lo studio EWA fornisce i dati necessari per impostare un cambiamento strutturale. Attraverso quindici raccomandazioni, EWA chiede azioni positive, includendo traguardi predefiniti: Affrontare la sotto-rappresentazione delle donne nei programmi formativi; Distribuire equamente i fondi pubblici; Raggiungere una rappresentazione paritaria e una maggiore consapevolezza all’interno delle commissioni decisionali; Incentivare i produttori a sostenere le registe; Fornire maggior sostegno e una strategia finalizzata a divulgazione, pubblicità, e distribuzione; Produrre statistiche sistematiche. La ricerca EWA è il risultato di uno studio e una raccolta di dati avvenuta nel corso di due anni. Il risultato è ora sul tavolo, disponibile come base per mettere in atto misure che cambino la situazione per le donne e facciano esprimere il potenziale artistico e industriale delle registe. EWA fa appello ai politici a livello nazionale e regionale perché prendano decisioni urgenti e necessarie per assicurare inclusività ed equità sui nostri schermi.
Per maggiori informazioni: www.ewawomen.com
Le date della prossima edizione del festival che chiude con un bilancio positivo con 337.000 biglietti venduti
“Ancora una volta il cinema italiano primeggia a livello internazionale vincendo premi prestigiosissimi”, è il commento del presidente dell’ANEC, Associazione Nazionale Esercenti Cinema, Luigi Cuciniello
''La FICE - dice il presidente - è orgogliosa di sottolineare che le 47 sale che hanno messo in programmazione il film in questi giorni sono sale d'essai. Con l'auspicio che presto il numero di queste sale possa aumentare non possiamo non dire che ancora una volta le sale d'essai danno un contributo fondamentale per far conoscere i migliori e più premiati film del nostro cinema''
"L’Orso d’oro a Berlino per Fuocoammare di Gianfranco Rosi - di legge in un comunicato dell'Anica - è una nuova bella pagina per il cinema italiano ai festival internazionali"