Si è svolta a Fiuggi, tra il 21 e il 24 marzo, all’Hotel Ambasciatori la ventesima edizione della storica convention Deepcon, che ogni anno unisce appassionati di fantascienza, addetti ai lavori e star internazionali in una cornice insolita e informale, spaziando tra cinema, serie tv, letteratura e soprattutto, valore acquisito, momenti di ‘scienza’ autentica grazie alla collaborazione tra il comitato organizzatore dell’associazione Deep Space One e realtà istituzionali come l’Agenzia Spaziale Italiana, protagonista del panel a cura di Paolo D’Angelo ‘La luna: cinquant’anni dopo tra passato e futuro’, o anche il CREA-OFA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), presente con Mario Giorgioni, responsabile del settore informatica e telecomunicazioni della Base Concordia (DomeC), che ha spiegato le peculiari condizioni di vita in una base antartica, ricordando le atmosfere del celebre film La Cosa di John Carpenter. “La nostra manifestazione – spiega l’organizzatrice Flora Staglianò – vuole essere un centro di aggregazione per gli appassionati di questo mondo, spaziando per ogni sua forma d’espressione. La parte letteraria è degnamente rappresentata da Clelia Farris, una delle migliori autrici di fantascienza italiana, da Francesco Verso, scrittore di genere, editore e talent scout, e da Frank Ma, investitore e sostenitore di giovani scrittori e artisti”.
Tra le i molti eventi offerti dalla manifestazione, abbiamo avuto il piacere di presenziare al pomeriggio della giornata di venerdì 22 marzo e in particolare alla presentazione del saggio ‘Il futuro in bilico: il mondo contemporaneo tra controllo, utopia e distopia’ dell’autrice Elisabetta Di Minico, ricercatrice universitaria a Madrid specializzata nell’ambito della cultura pop, edito da Meltemi, un’interessante excursus tra cinema e fumetto sugli scenari distopici più inquietanti, oggi molto in voga in ambito di fiction (pensiamo agli esempi de ‘Il racconto dell’ancella’ o ‘La casa di carta’). All’autrice chiediamo se, oggi che molte visioni inquietanti sembrano realizzarsi in ambito politico e sociale, il genere non rischi di scomparire soffocato da una realtà che è più distopica della distopia stessa: “Utopia e distopia – spiega – sono temini relativi. E’ chiaro che per un razzista, o un maschilista, la società distopica è quella in cui tutti sono uguali e hanno pari diritti. Personalmente credo che tutte le idee possano essere rispettate se non ledono l’altrui libertà. Lo schema distopico si innesca in quei casi estremi”. La stessa Di Minico ha tenuto poi un panel sulla saga degli X-Men: ‘La diversità come elemento di crisi nelle distopie immaginarie e reali’, che sarà presto portato anche nell’importante contesto internazionale del San Diego Comic-Con.
L’atmosfera da convention è piuttosto rilassata. I panel sono una formalità, e il bello di questi eventi è potersi trovare fianco a fianco, magari seduti a tavola con ospiti internazionali come Nicole De Boer, interprete del personaggi di Ezri Dax in Star Trek: Deep Space Nine (subentrata all’ultimo momento al rinunciatario collega di serie Jeffrey Combs), o con Lolita Fatjo, che di Star Trek è stata pre-production co-ordinator, script co-ordinator e pre-production associate, che invece tira fuori il potenziale ‘utopistico’ della famosa serie di fantascienza: “Lavorare alla serie – dice Fatjo – ha portata a vedere il futuro in maniera diversa, molto di quello che abbiamo visto nella serie ora lo vediamo realizzato. Una delle cose che Star Trek ci ha maggiormente insegnato è la tolleranza: nella serie ci sono molte razze aliene e culture e se l’incontro fosse lo stesso nella vita reale il mondo sarebbe certamente un gran posto”.
Tra gli altri eventi della manifestazione, la presentazione del volume ‘Star Wars – Il mito dai mille volti’ di Andrea Guglielmino (Golem Libri), l’incontro ‘Netflix e Amazon: nuovi player, nuove strategie’, a cura di Nicoletta De’ Vecchi e Flora Staglianò e l’evento ‘Dont’panic: Quarant’anni della Guida Galattica per gli autostoppisti’.
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