Per capire quanto Deadpool sia anticonformista – per un personaggio dei fumetti al cinema, si intende – basta guardare il suo curriculum. Il suo primo film, uscito a febbraio 2016, non solo ha registrato uno dei migliori incassi di tutti i tempi con oltre 750 milioni di dollari in tutto il mondo, ma è anche stato il primo primo film live-action di supereroi ad aver ricevuto una nomination ai Golden Globe come Miglior Film di genere comico o musical, e Ryan Reynolds è stato nominato come Migliore Attore.
Anche se Deadpool, probabilmente, non sarebbe d’accordo. Perché è evidente che Deadpool detesta Ryan Reynolds, e non manca mai di prenderlo per i fondelli in ogni modo possibile. Se vi state chiedendo di cosa stiamo parlando è evidente che non conoscete il personaggio. Il mercenario chiacchierone, nato dalla penna di Rob Liefeld negli anni novanta sulle pagine dei fumetti Marvel, oltre a un’agilità da ninja e a un fattore rigenerante che lo rende praticamente immortale, ha infatti il potere di rompere la quarta parete e concepirsi come personaggio di finzione, e dunque va da sé che possa anche non apprezzare il suo interprete al cinema.
Reynolds, dal canto suo, collabora alla scrittura del sequel Deadpool 2, in uscita in questi giorni, è lui stesso un fan del personaggio e su questo aspetto ci gioca, vincendo su più fronti. E se quando non ha la maschera fa semplicemente sé stesso con dei bitorzoli in faccia (il personaggio è in effetti gravemente ustionato) quando mette il costume diventa Deadpool a tutti gli effetti, istrionico, ironico, irresistibile.
Il regista è David Leitch, quello di John Wick e Atomica Bionda, che certo non lesina sulle sequenze action e accompagna il personaggio un una trama lineare ma funzionale, dove gioca molto il fattore ‘supergruppo’ in stile Avengers (ci sono infatti a far compagnia al nostro i personaggi di Colosso e Cannonball, direttamente dalla serie degli X-Men, e la nuova Domino, interpretata da Zazie Beetz, intrigante versione afro americana del carachter che nei fumetti sfoggiava invece un pallore cadaverico). E poi anche la X-Force, altra celebre combo di ‘super’ fuori dagli schemi che però qui ha un ruolo abbastanza di contorno.
Non è quello il punto, però: il punto è che a Deadpool riesce tutto in maniera credibile proprio per il suo sguardo distante e disincantato, riuscendo ad alternare con disinvoltura combattimenti funambolici e battutacce da caserma, coadiuvato dagli esilaranti effetti dei suoi poteri rigeneranti che lo portano a esibirsi in morti ultraviolente e rocambolesche con tanto di rinascite altrettanto buffe e divertenti.
Il comparto ‘serio’ è invece affidato al villain Cable, interpretato da Josh Brolin (doppietta quest’anno, visto che interpreta anche Thanos, il cattivone di Avengers: Infinity War), killer dal futuro che ricorda non poco il Terminator di Cameron. Dice Leitch: “Ho avuto l’onore e il privilegio di contribuire alla creazione di universi incredibili, ma c’è qualcosa di unico nel mondo di Deadpool, perché rivista il concetto di action-comedy. Il primo film presentava un mondo talmente vasto che ci ha fornito la possibilità di spaziare con la fantasia, anche se abbiamo voluto restare fedeli alle sue caratteristiche originali. Ryan ha uno straordinario talento comico e Deadpool è la vetrina ideale per mettere in mostra le sue qualità. Ha preso questo personaggio dei fumetti e lo ha personalizzato”.
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