Un colpo al cuore è qualcosa che può avere a che fare con uno gigolò? Sì nella visione più romantica, ma anche più pragmatica, perché qui si tratta di un infarto, quello che coglie Giacomo Bremer (Christian De Sica), professionista del sesso a pagamento per signore, questione d’alto bordo, miccia che innesca la serie Gigolò per caso: è charmant e viveur, un raffinato gaudente di professione questo distinto e al contempo ironico signore, padre di Alfonso (Pietro Sermonti), che non lo stima e si porta dietro strascichi dall’infanzia, senza una mamma presente, quando adesso fa la scoperta, sconcertante dapprima, del mestiere di papà.
“Io mi sono ispirato a mio padre, al Conte Max, un cavallo padronale: Giacomo è un mix tra mio padre e Sordi, uno distinto che ogni tanto scivola sul romano, e un padre disincantato”, dice De Sica del suo personaggio, nella versione francese della serie – Alphonse di Nicholas Bedos, con Jean Dujardin nel ruolo del figlio – interpretato da Pierre Arditi, a cui De Sica non ha nulla da invidiare, riuscendo a conferire al suo Bremer un fascino guascone, tutt’altro che macchiettistico, un Giacomo dall’innata eleganza che va a braccetto di un nobile mestierante della Commedia, qual è l’attore romano. “Lui è fiero di quello che fa, addirittura ha scritto un Metodo, Il Metodo Bremer”, bibbia su cui studia proprio Alfonso, perché se all’apparenza sembra “un veterinario austriaco” – così lo appella il genitore – il dna non mente… “Con Pietro s’è creata una bellissima alchimia: ci credi proprio che sia mio figlio. È stato meraviglioso il rapporto col regista, Eros Puglielli: ho fatto 102 film nella vita ma lui è stato una rivelazione, ha uno swing nel muovere la macchina da presa che è raro. Questa serie è una commedia sofisticata, che potrebbe dare il là a tornare a fare la Commedia fatta bene, che comincia dagli sceneggiatori – Tommaso Renzoni, Daniela Delle Foglie, che ci hanno dato in mano del bel materiale”.
Oltre a De Sica protagonista con Sermonti, la serie – 6 puntate, dal 21 dicembre su Prime Video – vede la presenza di guest star che vanno da Stefania Sandrelli a Gloria Guida, da Sandra Milo a Isabella Ferrari, o ancora Frank Matano (il prete) e Virginia Raffaele. “Quando si lavora con i grandi sei su un tappeto volante: abbiamo co-creato un mondo con un diapason, entrando in universo sconosciuto a tutti: una serie divertente e misteriosa da fare”, per Puglielli, che ha scelto di girare in una Roma riconoscibile, soprattutto tra le vie del quartiere Coppedé che “non è casuale per costruire una sorta di bolla magica, una realtà un po’ spostata per i personaggi confusi e i loro sentimenti. Sono tutti personaggi in cerca di punti di riferimento: gli schemi vengono meno e le persone devono fare i conti con se stesse”.
Questione, quest’ultima, che chiama in causa anche Margherita (Ambra Angiolini), moglie un po’ stufa di Alfonso, e Costanza (Asia Argento), la loro terapeuta di coppia… ma anche qualcosa di più, dinamica – questa – che ben racconta Sermonti, restituendo anche il profilo d’uomo che incarna, riflessione necessaria a un più ampio commento sul tema del maschile e del femminile nella società: “lui, Alfonso, è quello che riesce ad andarsene di casa quando trova le due insieme… – Margherita e Costanza – perché loro riescono a convincerlo che sia colpa sua. Comunque, ogni uomo deve guardarsi e ammettere quante vesciche abbia generato, che possono aver creato del dolore; si fa un po’ fatica ad ammetterlo, ma ognuno deve avere dei sensori molto vigili, l’uomo deve saper rinunciare a essere più forte fisicamente”.
Per Angiolini “la serie fa un piccolo-grande passo avanti: il loro rapporto recupera un po’ di sano sadismo femminile; all’inizio Alfonso è un maschio fragile che cerca una rivalsa, mentre lei ha la durezza delle regole, che detta nel rapporto: nei primi episodi c’è una tendenza di inversione dei ruoli, rispetto ai canoni usuali”. E Asia Argento, che sollecitata sul “cosa resta” del MeeToo risponde: “Non rispondo, pietà”, però commenta che Gigolò per caso sia “una serie molto femminista, e forse esiste anche perché c’è stato il Movimento”.
De Sica, sulla questione ampia, ricorda un aneddoto famigliare, una volta che era con i genitori e “mia madre disse: ‘Vittò, fermiamoci in salumeria che devo comprare il formaggio. Lei scese dalla macchina e quando tornò lui affermò: “Marì, questa è l’ultima volta (timbro tonante) che ti porto a fare la spesa. Pensate gli uomini… com’erano. Silvia, mia moglie, invece mi faceva passare il Sidol sugli argenti e l’aspirapolvere”.
Occasione, questa, per De Sica per fare anche una riflessione sul tono corrente della Commedia: “Il politicamente corretto è una stronzata: si ride col Demonio, non con San Francesco. Io ho sempre interpretato carogne, misogini, li ho presi in giro: Puglielli è riuscito a fare una commedia senza spingere sul turpiloquio, cosa invece fatta con i Cinepanettoni, talvolta sbagliando, ma Zalone, che se ne frega, continua a farlo e fa successo. Se facessi oggi un Cinepanettone di quelli fatti con Aurelio De Laurentiis: …mi carcerano!”, conclude con ironica seriosità.
La Commedia, che – se per i più di questo cast è “casa” – non è così però per Asia Argento, che non ci gira troppo intorno e va dritta al punto: “io non conoscevo Ambra né nessuno e non sono molto navigata nella Commedia, per cui… quando devo fare la Commedia mi cago sotto: come dire, io non sono nata ‘con gli occhi blu…’ ma lavorando con loro mi è venuto tutto più fluido e la chiave è stata divertirmi”.
“Ci siamo fatte due chiacchiere senza mutande”, rilancia Ambra Angiolini, che però dal sorriso poi aggancia subito il riconoscimento di una figura presente sul set, quale “la intimacy coordinator: il suo ruolo è mettere le donne (o gli attori, in genere) a proprio agio, e questo aiuta; abbiamo rispettato molto questa figura, che mi ha fatto stare serena, importante soprattutto in questo periodo storico: non ci siamo sentite in imbarazzo mai e tornavamo in camerino felici. La coppia con Asia è stata sì omosessuale ma trattata in modo corretto: Eros non ha mai indugiato. In lettura di sceneggiatura abbiamo suggerito delle cose, lui le ha raccolte e ci ha fatto giocare con serietà”.
Per Argento si tratta di “una figura che nasce dagli USA per proteggere la produzione, dopo gli accadimenti a noi molto noti (delle molestie, ndr). È una cosa stupenda, pensando a certe cose che succedevano in passato”.
Gigolò per caso è coprodotta da Amazon Studios con Mattia Guerra, Stefano Massenzi, Andrea Occhipinti per Lucky Red.
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