CANNES. “Una famosa attrice francese sarà la protagonista del nuovo film, una coproduzione europea, dei fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio, dopo il loro esordio Sette opere di misericordia“. Non può dire di più Alessandro Borrelli, produttore de La Sarraz Pictures che ha partecipato a Producers on the Move, l’appuntamento svoltosi dal 19 al 22 maggio, dedicato a 25 giovani ed emergenti produttori europei che hanno presentato in tale ambito la loro attività e i progetti, confrontandosi.
“E’ stata un’occasione importante, una grande opportunità. Di solito nei festival gli incontri con produttori e distributori sono troppo veloci – dice Borrelli – Qui invece conosci meglio i tuoi interlocutori, scegli quali privilegiare. Nel complesso disponi di un tempo che corrisponde a due giorni e forse ne occorrerebbe ancora un po’ di più per conoscere bene tutti quanti”.
Semmai una critica, secondo Borrelli, va rivolta al sistema italiano che fa sì che i produttori italiani all’estero siano deboli per la cattiva abitudine a voler essere maggioritari nelle produzioni. Tanto più che facciamo i conti con cinematografie più forti come la francese e la tedesca. “Dovremmo puntare a coproduzioni minoritarie, ma questo non avviene spesso vista la difficoltà in questo caso a trovare da noi finanziamenti”.
La missione produttiva de La Sarraz Pictures è ricercare e valorizzare quegli autori che sappiano raccontare storie documentarie o per il cinema con un approccio narrativo non convenzionale e uno stile registico e visivo originale. Del resto il nome è quello dell’antico castello di La Sarraz, in Svizzera dove nel settembre 1929 si tenne il primo “Congrès International du Cinéma Indépendant”, al quale parteciparono, tra gli altri, Serghej Ejzenstejn, Eduard Tissé e Grigori Aleksandrov.
Diversi i progetti in sviluppo che Borrelli sta curando. Innanzitutto La Sapienza per la regia di Eugène Green, una coproduzione italo-franco-belga che coinvolge i fratelli Dardenne e che sarà girato tra fine estate e inizio autunno a Stresa, Torino e Roma. “Protagonista è un architetto, l’attore Bruno Todeschini – racconta il produttore – che ha perso l’ispirazione ed è alla ricerca di quel che l’ha spinto in gioventù a scegliere quella professione: l’amore per il barocco e i suoi artisti, come Guarini a Torino e Borromini a Roma. Ecco allora spiegato il titolo che rimanda alla chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza progettata da quest’ultimo”.
Quello che non ho è un altro film a soggetto, diretto da Umberto Spinazzola, che verrà girato nel 2013 a Torino. “Affronta un tema molto attuale, quello dello spreco alimentare e vede la partecipazione di FIP/Film Investimenti Piemonte”.
Dopo Giallo a Milano prosegue la collaborazione con Sergio Basso. Il primo progetto è E adesso torniamo a casa (One Day in an Eternal Present), un documentario sotto forma di musical su un campo profughi in Nepal dove vivono alcuni rifugiati del Bhutan, in totale sono oltre 100mila le persone fuggite dalle persecuzioni del precedente monarca. “Il documentario si avvarrà di una piattaforma transmediale, come già avvenuto con Giallo a Milano con Corriere.it, e di partner nordeuropei. Norvegia, Svezia e Danimarca sono infatti sensibili e attenti a quel che sta accadendo in quella parte d’Asia”.
L’altro progetto in divenire è Ti ho sulle punta delle dita/Fingertips, presentato al Filmart di Hong Kong, che ha ottenuto il Fondo di sviluppo delle sceneggiature, una coproduzione con la Cina ambientata a Shanghai negli anni ’30, all’epoca dell’invasione nipponica.
Infine nel cassetto c’è anche At Matinè di Giangiacomo De Stefano, un documentario su un fenomeno in voga alla fine anni ’80 a New York , quando i giovani di allora affollavano queste matinée di concerti. E’ costruito su materiali d’archivio e interviste di oggi.
Insomma è ricco il carnet di progetti del produttore Borrelli egualmente attento a generi diversi: “Non mi importa se si tratta di documentario o film a soggetto. Quel che mi interessa è come l’autore racconta la storia, la sua originalità e qualità narrativa”.
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