DE HADELN: VENEZIA 2003

Venti di guerra sul cinema. Anche Moritz De Hadeln non può fare a meno di considerare l’ipotesi di conflitto nel progettare la sua seconda Mostra veneziana. A Berlino per amicizia con il festival che ha diretto per molti anni, ma anche per dare un’occhiata al mercato, il direttore si concede alla “tortura” delle domande. Premature perché il programma della prossima Mostra (27 agosto – 6 settembre) sarà ipotizzabile solo a marzo inoltrato, quando i giochi per Cannes saranno conclusi.

La selezione
Negli Usa De Hadeln andrà in aprile mentre ha dato maggiore autonomia ai suoi esperti, aggiustando la mira: Serafino Murri e Fabrizio Grosoli – che torna in squadra – firmeranno in particolare i ‘Nuovi Territori’, Oscar Iarussi e Silvio Danese si concentrano su ‘Controcorrente’. E’ presto per parlare degli italiani, ma De Hadeln è sicuro che la selezione sarà di qualità, perché “ci sono sia autori importanti che giovani cineasti al lavoro”.

Le date
Anticipate rispetto alla scorsa edizione. Ma è un gioco di scacchi per non sovrapporsi a Deauville e Toronto. Quanto a Montreal: “Il direttore è un gangster, abbiamo protestato con la Fiaff per la sua decisione di anticipare che ci danneggia”.

Il Lido
Il problema degli alberghi resta prioritario. “740 Euro all’Excelsior per una singola, non li paghi neanche a Tokio. Se promuovere un film costa più che a Cannes, siamo nei guai”. Sembra che gli albergatori comincino a capire. Anche perché la Biennale minaccia di trovare altre sedi: dalle raffinerie di Mestre all’Arsenale, agli hangar dell’aeroporto, sono varie le ipotesi allo studio. Il PalaBnl potrebbe finalmente diventare struttura fissa nei giardini del Casinò. Oggi per montarlo e smontarlo si spende mezzo milione di euro l’anno.

Serata finale
Sarà spostata dalla Sala grande, forse a San Marco. Così la televisione potrà allestire al meglio lo show. L’accordo Rai/Biennale, è ancora in vigore. Raisat manderà in onda l’inaugurazione, la premiazione andrà su un canale Rai da definire.

Leone alla carriera
Uno italiano e uno straniero. “Gli italiani conosciuti lo hanno già avuto quasi tutti. Tra i papabili Ettore Scola”.