DAUNBAILO’


This is a sad and beautiful world!. Con questa folgorante battuta, Benigni entra in scena dopo una mezz’ora e poi scompare di nuovo. Ma già illumina il film. Lo ritroveremo in cella insieme a Jack e Zack e poi evaso nelle paludi al confine col Texas e infine colpito da amore fulminante – diventerà un tormentone – per Nicoletta Braschi.
Daunbailò, già cult a metà degli anni ’80, ora è risorto per iniziativa di una piccola società, la Mediafilm, che l’ha comprato in un pacchetto da distributori tedeschi e ha approfittato del lancio di Pinocchio per rimetterlo in circolazione (dall’8 novembre). Un’operazione schiettamente commerciale che offre però l’occasione di mettere a confronto le due anime del “piccolo diavolo”, quella anarchica e low-budget e quella miliardaria e nazionalpopolare. La linea Jarmusch e la linea Miramax, insomma.
Daunbailò, nel suo genere, è un piccolo capolavoro. Forse ancor di più rivisto ora, col senno di poi. Roberto nell’86, quando Jarmusch lo coinvolse in quest’avventura americana, non era un signor nessuno. Aveva già fatto “L’altra domenica” e, in coppia con Massimo Troisi, Non ci resta che piangere. Di là da venire, però, il “mostro” d’incassi che sarebbe diventato di lì a qualche anno.
Jarmusch lo chiamò perché facesse se stesso. Un toscano catapultato in Louisiana, capace di parlare un inglese improbabile e sublime (quello che avrebbe ritirato fuori, con perizia, duranta la campagna dell’Oscar per La vita è bella) e di citare poesie di Whitman e Frost come fossero terzine della Divina Commedia. L’effetto surreale, mettendolo a contrasto con gli imperturbabili Tom Waits e John Lurie, era assicurato. Il monologo su Mamma Isolina che ammazza il coniglio, per esempio, resta da antologia.
Qualche curiosità sparsa. Daunbailò è il primo film in cui Roberto e Nicoletta Braschi compaiono insieme. Aiuto registi di Jarmusch erano Guido Chiesa e Claire Denis. Il film è dedicato alla memoria di Pascale Ogier e Enzo Ungari, entrambi scomparsi prematuramente nell’85. Il titolo è la storpiatura dell’inglese Down by Law, espressione gergale che vuole dire, più o meno, “a posto con la legge”.

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autore
16 Ottobre 2002

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