“Usiamo il Terzo Mondo come discarica per i nostri medicinali scaduti”. La voce di Daniele Pignatelli non suona affatto peregrina, durante i giorni della conferenza Onu di Barcellona, dove il quadro non nuovo e sempre allarmante di un’Africa decimata dall’Aids torna all’attenzione dell’opinione pubblica. Non solo. Il suo corto, Terzo° e Mondo, vincitore a Capalbio come miglior film italiano, obbliga a ripensare i rapporti, anche individuali, tra Occidente e mondo sottosviluppato. “Mi piace fare film che facciano riflettere con il massimo dell’ironia”, racconta il regista. Il suo corto, nato dall’idea di trasformare il Terzo Mondo in due persone fisiche, obbligate a condividere uno spazio angusto, è una critica feroce e intelligente della Carta dei diritti dell’uomo. Terzo° e Mondo ha girato 28 rassegne internazionali e ora sarà distribuito in sala grazie alla Bim. Protagonisti l’attore Giuseppe Battiston, conosciuto ai più come l’investigatore in Pane e tulipani di Silvio Soldini ed Enrico Salimbeni, attore in Radio Freccia di Luciano Ligabue. Il corto è stato prodotto da Alberto Zabban per Synthesis Film con un budget di 90mila €. Pignatelli aveva già ottenuto un menzione speciale al Festival di Venezia del 1996 per il corto Amati matti.
Chi è Terzo e chi è Mondo?
Il primo è un tipo magro che utilizza il tempo per costruire, il secondo è un grasso tutto impegnato a distruggere.
“Terzo° e Mondo” rivela una estrema cura sia sul piano dei contenuti che della tecnica. Ci racconti un po’ della lavorazione.
Fondamentale è il rapporto, consolidato da anni di collaborazione, con il direttore della fotografia Alessandro Feira Chios. Ha usato pochi colori ma molto saturi ottenendo un effetto di contrasto molto forte. Ma il tratto del colore sfuma.
Il corto, senza dialoghi né musica, mostra tuttavia un ritmo narrativo leggero e ben definito…
Il montaggio è ricco di stacchi, che lasciano una sospensione tra lo spazio interno al racconto e quello esterno, riguardante lo spettatore. Verso la fine si inseriscono due temi musicali, l’uno dissonante l’altro armonico, che si associano ai due personaggi.
C’è anche un ramo dal quale ogni giorno nasce una pigna che cade sulla testa di Mondo…
Sì, ma lo brucierà.
“Terzo° e Mondo” è il risultato felice di un primo esperimento di produzione cinematografica da parte di una società milanese che si occupa di pubblicità. Lavorerà ancora con loro?
A questo corto si sono associati anche Luca Barbareschi e Adriano Bianchi. Zabban ha una grande sensibilità artistica ed è entusiasta. A gennaio inizierò a girare un altro corto, il titolo provvisorio è Status symbol, e racconta come vanno le cose quando la vanità umana sfocia nell’ottusità. Ma il progetto a lungo termine prevede la realizzazione di quattro cortometraggi che diventeranno poi un lungometraggio.
“Terzo° e Mondo” andrà in Brasile…
Sì, il fotografo della Magnum Sebastião Salgado ha appena finito di costruire un cinema in un piccolo villaggio vicino a São Paulo. Il mio cortometraggio inaugurerà la sala.
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