VENEZIA – La crisi economica, lo sgretolamento del Welfare (benché ancora molto più avanzato che da noi), la lotta per la sopravvivenza e la dignità, la svolta a destra del governo che interrompe una lunga tradizione di accoglienza per migranti e rifugiati e ridisegna la percezione degli stranieri nel tessuto sociale. Ecco il ricco contesto di Eat, sleep, die, film svedese della Settimana della critica davvero sorprendente. Quei temi cruciali, infatti, diventano carne e sangue, acquistando una verità lampante grazie a una protagonista davvero inedita, la ventiduenne Nermina Lukac, alla sua prima esperienza. Nata in Montenegro ed emigrata nel paese nordico a due anni, come il suo personaggio, Rasa, all’improvviso perde il lavoro di impacchettatrice di insalate, un lavoro ripetitivo che però lei ama. Come ama suo padre, che si è spezzato la schiena di fatica e adesso deve farsi mantenere dalla figlia. Rasa, musulmana e figlia di immigrati, che però si sente giustamente svedese a tutti gli effetti, non si arrende. Frequenta i corsi per il reinserimento, si propone a tutti, arriva anche a inventarsi di avere una patente che non ha (anche se, tutto sommato, guida benissimo) pur di uscire dalla disoccupazione.
E’ una Rosetta dei nostri giorni, con meno cupezza, con in più una voglia di vivere irrefrenabile e con il fisico di una camionista portato in giro con leggerezza. Spiega la regista Gabriela Pichler, di origine austro-bosniaca, figlia di operai, “volevo raccontare il mondo dei miei genitori, persone che ho sempre amato ma di cui a volte mi sono vergognata, dare voce alla classe operaia con autenticità. È vero che ho avuto in mente Rosetta, ma con l’umorismo della vita quotidiana, di quando sei miserabile ma sai anche riderci su e questo ti salva”. E aggiunge: “Il titolo viene da una frase che sentivo spesso dire da bambina, la vita è lavorare, mangiare e dormire, niente vacanze, niente hobby. E quando perdi il lavoro scompare anche il senso delle cose, resta solo mangiare, dormire, morire”. Ma tra i personaggi del film, che in Svezia uscirà il 5 ottobre e in Italia è a caccia di distribuzione, c’è una compattezza e una solidarietà che nel film dei Dardenne mancavano. E in questo uno spiraglio di speranza. Per metà italiana, da parte di madre, la produttrice China Ahlander, che in passato ha lavorato in Italia con Tarkovskij e con i fratelli Taviani. Per chiudere il film, spiega, sono stati decisivi il sostegno dello Stato attraverso lo Swedish Film Institute e della Televisione svedese.
L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia
Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk