Dal Tax Credit al TUSMA, appello del settore cinema e audiovisivo: “Chiediamo dialogo”

Si è svolto a Roma l'incontro "Vogliamo che ci sia ancora un domani", organizzato dalle principali sigle del settore che rappresentano i comparti dell'industria cinematografica e dell'audiovisivo


Circa 1.200 persone – tra professionisti del settore, registi, sceneggiatori, attori e semplici appassionati – hanno partecipato all’incontro che si è tenuto presso il Cinema Adriano di Roma “Vogliamo che ci sia ancora un domani“, organizzato dalle principali sigle del settore che rappresentano i comparti dell’industria cinematografica e dell’audiovisivo per chiedere di “rafforzare il dialogo con il Governo” e presentare “molte e diversificate proposte per una rapida e condivisa ripresa di tutto il settore”. In sala presenti, tra gli altri, il regista Paolo Sorrentino, gli attori Fabrizio Gifuni, Vittoria Puccini e Beppe Fiorello. “Siamo qui per fare chiarezza e per raccontare il nostro punto di vista, tutti insieme, lo faremo con pacatezza, ma con fermezza, chiedendo velocità alla pubblica amministrazione, che è andata in crash perché c’è stato un eccesso di produzioni, un successo del settore. Abbiamo attratto moltissime produzioni dall’estero, nella post pandemia c’è stata una grandissima richiesta di prodotto, che adesso è rallentata. Questa legge ha ormai 8 anni, quindi la responsabilità non è di questo governo, non lo stiamo accusando di questo ritardo. Vogliamo che ci sia una crescita omogenea che non penalizzi i piccoli – afferma il produttore Andrea Occhipinti – Riguardo al TUSMA  siamo contenti che in qualche modo il Ministro Sangiuliano e il sottosegretario Borgonzoni, in particolare, abbiano difeso le nostre istanze rispetto agli obblighi di investimento. È stato fondamentale”.

Riguardo al Tax Credit le associazioni richiedono, tra l’altro, “certezza delle risorse, delle regole e delle tempistiche, introduzione diescalator e cap per opera e per gruppi di impresa, tutela della produzione indipendente, in particolare delle Pmi, regole sul mantenimento della proprietà intellettuale e quote di diritti per produttori indipendenti, reintroduzione, per la distribuzione, di aliquote differenziate tra indipendenti e non”. Una delle priorità sono i contributi automatici (Contributi assegnati ai produttori indipendenti sulla base del successo commerciale e artistico, con obbligo di reinvestimento in nuove opere cinematografiche) per cui si richiede “mantenimento del livello di investimento pubblico per uno strumento che premia il mercato e la qualità delle opere sblocco delle esemplificazioni, apertura delle finestre per le richieste relative alle annualità 2021 e 2022”. Riguardo ai contributi selettivi (contributi selezionati assegnati sulla base di una commissione) le associazioni richiedono “priorità a PMI o film non ad alto budget, membri della commissione con curricula di provata competenza, tempistiche certe di apertura delle 3 sessioni annuali e riduzione delle tempistiche per l’assegnazione dei fondi”.

Le richieste relative al TUSMA, nell’ambito del regolamento attuativo sugli obblighi di investimento, sono che “le spese di distribuzione non entrino nel computo delle quote d’investimento, che non vengano concesse deroghe in maniera ingiustificata o estesa, che Rai Cinema renda pubblici gli investimenti sui singoli film e sui singoli diritti, che Agcom garantisca trasparenza sui dati relativi agli investimenti effettuati e sulle condizioni contrattuali impiegate”. Parole chiave sono la “Semplificazione degli adempimenti amministrativi e delle procedure, ivi incluso il PRCA, con il contenimento dei costi di revisione che con le ultime modifiche normative sono esplosi, l’internazionalizzazione grazie al ripristino dei fondi destinati ai produttori indipendenti (PMI) e alle società di vendite estere, e all’adesione al Fondo Pilota Eurimages e alla Convenzione europea sulla coproduzione”.

Sul fronte Media Companies queste le richieste delle associazioni: “Broadcaster e piattaforme non possono auto-distribuire attraverso le loro filiali (Rai Cinema, Medusa, Vision) tutti i propri prodotti; devono lasciare sul mercato i diritti di sfruttamento, per evitare concorrenza sleale con i soggetti indipendenti privati.; Rai,Mediaset – Rti, La7, Amazon, Apple, Disney, Netflix, Paramount, Sky non riducano gli investimenti, non chiedano deroghe e continuino a credere nell’audiovisivo italiano, cinema, animazione e documentario; che broadcaster e piattaforme si impegnino a garantire l’equa ripartizione dei diritti con i produttori originari”. Infine, le richieste relative a due settori specifici, Animazione e Documentari. Per la prima si chiede di “introdurre un obbligo d’investimento in contenuti in animazione per le emittenti lineari e le piattaforme”. Per quanto riguarda i documentari, si sottolinea la “necessità di un riconoscimento delle specificità del settore e supporto alle PMI che li producono, artigiane della biodiversità creativa; crescenti investimenti dal settore privato rispondenti alla crescita di interesse nel pubblico; una politica pubblica di sistema tra MiC, Rai e Cinecittà per massimizzare le potenzialità già esistenti; incentivi alla distribuzione nazionale e all’esportazione”.

A seguire ci sono stati gli interventi degli attori Vittoria Puccini e Jacopo Olmo Antironi, in rappresentanza di Unita, che hanno sottolineato le fragilità di un mestiere spesso idealizzato, ma che nel concreto è fatto di tanta precarietà e difficoltà economiche. Le loro richieste sono state relative al rinnovamento della legge sull’indennità di discontinuità, che avrebbe “parametri di accesso praticamente impossibili da ottenere”, e il raggiungimento di una effettiva parità di genere, ricercata “nel rispetto del talento, delle competenze, della libertà artistica e della libertà di espressione”.

In chiusura, sono saliti sul palco la giovane sceneggiatrice Francesca Tozzi, in rappresentanza di tutte le associazioni degli autori, e Marco Bellocchio. Mentre la prima ha sottolineato le grandissime fragilità economiche di sceneggiatori e autori, che subiscono “una guerra di logoramento in cui non vince il migliore ma chi ha i mezzi e il supporto per resistere”, il grande regista, consapevole della propria condizione di privilegio, ha invocato all’unità. “Non dobbiamo nascondere le disuguaglianze. In questo momento pre-catastrofico per l’umanità, dobbiamo ridurre la nostra rabbia per le ingiustizie che alcuni di voi subiscono e confrontarsi tutti uniti con la politica, che legittimamente comanda e che ha oggi il potere di decidere”.

Carlo D'Acquisto
05 Aprile 2024

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