“L’approvazione della Direttiva Copyright rappresenta un passo di fondamentale importanza per la tutela degli autori nel nostro Paese, ma il Governo deve stabilire garanzie precise per agli autori dell’audiovisivo attraverso i decreti attuativi. Il perimetro dell’equo compenso non si tocca”, afferma Andrea Purgatori, membro del Consiglio di Gestione Siae.
“Per 100autori – si legge in una nota – lo schema presenta ancora alcune criticità tecniche e condivide le tre proposte di modifica al decreto avanzate dal Direttore generale della Siae, Gaetano Blandini, in audizione presso le commissioni riunite Giustizia e Lavoro del Senato, appena pochi giorni fa. Nello specifico:1) Art. 46-bis della legge 633/41 sul diritto d’autore: la modifica proposta nello schema del Governo, ad avviso di Siae e 100autori, potrebbe provocare effetti destabilizzanti sulla gestione dell’equo compenso per gli autori delle opere audiovisive. E’ stata, difatti, effettuata nell’art. 46-bis, attraverso una disposizione presentata dal Governo, una sostituzione dell’’equo compenso’, con la formula ‘compenso adeguato e proporzionato’.
Siae e 100autori chiedono, quindi, che l’art. 46-bis della legge 633-41 sia lasciato come è attualmente, in modo da garantire che la modifica della legge sul diritto d’autore operata dallo schema di decreto in discussione, nella parte relativa ai contratti degli autori (ossia il nuovo art. 107) non finisca, paradossalmente, per avere effetti negativi, contrari agli obiettivi della Direttiva 790 stessa sul trattamento degli autori audiovisivi. 2) il nuovo secondo comma dell’art. 107, della legge 633-41: nello schema proposto dal Governo, sono state inserite, in questo comma, figure molto specifiche, come l’autore dei dialoghi o il doppiatore (in particolare, il direttore del doppiaggio). Ciò finirebbe per introdurre un elemento di ambiguità e confusione (in particolare con la disciplina specifica dei soggetti e delle opere del settore audiovisivo). Come Siae, 100autori chiede di riportare il nuovo secondo comma dell’articolo 107 della legge 633-41 al testo proposto nello schema sottoposto dal Ministero della cultura a consultazione il 15 luglio scorso da Siae. 3) nuovo art. 110-septies della legge 633/41: il testo proposto per l’esercizio del diritto di risoluzione contiene il termine rigido di tre anni in caso di mancato sfruttamento dell’opera. Questo termine non è stabilito espressamente dalla Direttiva 790, che, anzi, prevede la necessità che le nuove norme tengano conto delle differenti esigenze dei diversi settori interessati al diritto d’autore. Questa rigidità del termine può risultare dannosa agli autori.100autori ringrazia il Ministro Franceschini, SIAE e tutte le forze politiche che stanno conducendo a questo risultato, ma ricorda la necessità di procedere adesso con un ulteriore ma decisivo passo per difendere i diritti degli autori di cinema e audiovisivo.Il settore industriale dell’AV potrebbe generare risultati ancora maggiori se riuscisse a sfruttare le opportunità di crescita e a contrastare il «value gap» ovvero il divario tra quanto viene generato dai contenuti creativi in rete e quanto viene restituito a chi ha creato quei contenuti.100autori vuole sottolineare che in questo nuovo contesto, registi e sceneggiatori portano sulle spalle una responsabilità culturale e creativa che oggi è cruciale per il futuro e per l’economia del paese”.
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