Corso Salani: Viaggio nell’Europa mai vista


C.SalaniPartirà da lunedì 14 gennaio, su Raitre per “Fuori Orario”, la serie Confini d’Europa che raccoglie sei documentari diretti da Corso Salani, già selezionati per il prossimo Trieste Film Festival (17-24 gennaio). I filmati, prodotti e distribuiti dalla Vivo Film di Gregorio Paonessa e Marta Donzelli, mostrano come e dove esistano ancora luoghi che resistono agli assalti turistici, persino in Europa.

 

Quali sono e perché li ha scelti?
Sono luoghi che mescolano insieme diverse attrattive, contraddizioni sociali e peculiarità geografiche. Confini d’Europa traccia un itinerario ideale attaverso queste località che raramente vengono sfiorate dall’attrazione collettiva. Sono aree marginali che mostrano una segreta bellezza, una loro intrinseca poetica, sono in una parola aree di confine. Ciascun episodio mostra un luogo attraverso le immagini e la presenza di una ragazza coinvolta con quella determinata terra.

Può offrire qualche nome di questi luoghi incantati?
In Ceuta, città spagnola circondata dal Marocco, e in Gibilterra, minuto possedimento inglese circondato dalla Spagna, la giovane attrice madrilena Ana Sanchez Gomez scopre come si vive in luoghi dimenticati. Mentre Anette Dujisin racconterà un Portogallo che oscilla tra ricchezze e povertà: il villaggio di Rio de Onor, tagliato in due dal confine con la Spagna, è una traccia di Medioevo fuori dalla modernità. E ancora Paloma Calle, nei panni di un’insegnante di spagnolo, ci condurrà a Imatra, cittadina finlandese alla frontiera con la Russia. Per finire con Liga Vitina, che racconta Talsi in Lettonia, luogo d’incontro tra etnie, lingue e religioni: questo è un documentario già presentato al Torino Film Festival. Per finire a Chisinau, nei dintorni della Moldova, dove Raluca Botorogeanu è una studentessa romena di cinema.

Tra questi filmati ne esiste uno ancora inedito?
Sì. Si tratta di Yotvata con Eliana Scheiter, attrice israeliana in fuga dalla frenesia metropolitana e alla ricerca di un altro mondo a misura umana che decide di vivere in un kibbutz nel deserto del Neghev, al confine con la Giordania: qui convivono l’utopia socialista e l’ideologia sionista.

Il confine diventa spesso anche spirituale?
Certo, il confine è anche quella linea che si cancella per riscrivere e definire nuovi spazi interiori.

autore
11 Gennaio 2008

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