Regista teatrale – al suo attivo collaborazioni con la Biennale di Venezia – Corrado Veneziano esordisce nella fiction con Gran Magic Circus (Un G4 molto sobrio), opera digitale girata in Puglia, nella quale si raccontano i drammi personali e le stranezze politiche di quattro Capi di Stato (Italia, Francia, Stati Uniti e Germania, il leader inglese non è potuto arrivare), riuniti in un casale per decidere le sorti del pianeta.
Il film è costato molto poco, solo 35 milioni. “Il costo – dice Veneziano – ha influito sulla struttura della storia e sul modo nel quale l’ho raccontata. Certo. se avessi avuto un budget più cospicuo il film sarebbe apparso molto diverso. Ho dovuto adattarmi con le location e gli attori: mi sarebbe piaciuto lavorare con persone provenienti da aree linguistiche differenti, in modo da far risaltare meglio i problemi interculturali”.
Perché è stato così difficile accedere ai fondi?
L’accesso ai fondi è sempre molto complicato. Io lavoro con alcune società nella realizzazione di sceneggiature, ma mi sembra che si cerca di privilegiare finanziariamente progetti dalle caratteristiche stereotipate.
Nel film, come nei tuoi spettacoli tetrali, la dimensione politica è molto presente …
Non sono molto interessato a quello che si vede ultimamente sugli schermi. Indipendentemente dalla qualità, trovo che il cinema italiano oggi (quello di Moretti o Muccino, per intendersi) sia un cinema troppo psicologico, troppo legato a chiavi private e personali. Questo cinema, secondo me, lascia da parte le questioni più importanti ed è uno dei sintomi dello sfasamento tra società civile e società politica.
Hai lavorato con attori del teatro comico e dialettale pugliese. Come ti sei trovato con loro?
Sono stati molto bravi e “diligenti”. Puntualissimi alle prove, molto rispettosi del lavoro. La loro partecipazione al progetto è stata totale, tanto più che per il momento non sono stati ancora pagati..
Hai già trovato una distribuzione?
Il film uscirà nella seconda metà di gennaio a Roma all’Azzurro Scipioni, grazie a Silvano Agosti che ha apprezzato il progetto fin dalla fase di sceneggiatura. Nello stesso periodo sarà possibile vederlo a Bari e probabilmente anche a Genova, grazie all’interessamento di Don Andrea Gallo, uno dei preti più vicino ai “no global”. Ma ci sono anche dei contatti con l’Arci per inserirlo all’interno del loro circuito distributivo.
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