Coro bipartisan per un’istituzione preziosa


“E’ molto più di un’azienda, è un pezzo di storia del nostro paese e come tale va assolutamente preservata”. Così Gabriella Carlucci, responsabile spettacolo del Pdl, che aggiunge: “Capisco che in un periodo come questo siano necessari sacrifici, ma è necessario intervenire con forza sui rami secchi e non su aziende sane come Cinecittà Luce e soprattutto in un settore come quello culturale che è strategico per l’economia del nostro paese e ci distingue in tutto il mondo. Cinecittà Luce – continua la Carlucci – promuove con ottimi risultati il cinema italiano all’estero e gestisce con assoluta professionalità il patrimonio audiovisivo del nostro paese dal 1923. Mi impegnerò personalmente perché vengano garantite all’azienda le risorse necessarie ad una piena operatività. Sono state presentate da tempo al Mibac – conclude la parlamentare del Pdl – proposte per diminuire i costi di funzionamento ed è opportuno che il governo dia al più presto una risposta”.

 

“Sarebbe davvero un amaro paradosso se proprio mentre l’Italia festeggia il 150° della sua nascita dovessimo assistere alla chiusura del più antico e prestigioso polo dell’industria della cultura e dello spettacolo rappresentato da Cinecittà Luce. Eppure i tagli e una politica miope e punitiva della destra al governo rischiano di condurre a questo esito”, lo dice l’ex segretario del PD Walter Veltroni. “Difendere Cinecittà Luce – sostiene Veltroni – dovrebbe al contrario essere un dovere: qui infatti si intrecciano il grande patrimonio di filmati e documenti audiovisivi sul nostro paese, la promozione internazionale del nostro cinema e l’impegno produttivo e distributivo a sostegno dei documentari e dei giovani autori. I contributi pubblici hanno subìto nel giro di pochissimo tempo un taglio secco e la chiusura produrrebbe non solo il rischio di perdere il lavoro per chi a Cinecittà Luce è impegnato, ma un impoverimento gravissimo per la cultura italiana e per la sua capacità di circolare nel mondo. Ha proprio ragione il presidente Napolitano quando invita a non fare tagli col machete: cultura, ricerca e valorizzazione del patrimonio intellettuale nazionale sono beni che vanno difesi da tutti”. 

 

“Bisogna raccogliere senz’altro il grido d’allarme che arriva da Cinecittà Luce. Bastano poche risorse per dare continuità ad istituzioni culturali fondamentali nella vita della nazione. Un bacino importante per la memoria storica dell’Italia e per il sostegno alle nostre attività culturali”, sostiene il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. “Credo che ci sia lo spazio per un intervento e rivolgo un pubblico appello alle autorità di governo perché si facciano carico di questa inderogabile necessità. E’ possibile agire tempestivamente perché la lotta agli sprechi non determini sacrifici in questo caso non giustificati per istituzioni che sono una grande risorsa per tutta l’Italia”.

 

“Mentre il ministro si arrovella, soffre e si rifiuta di mettere piede nel ministero che dovrebbe guidare, gli effetti del vuoto politico si producono però a ritmi molto rapidi. Ultima notizia: la chiusura di Cinecittà e del Luce e, tra breve, del Centro Sperimentale di Cinematografia”. Lo dice l’ex ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli che annuncia di aver predisposto “una mozione parlamentare da discutere in tempi rapidi al Senato per assicurare la continuità strategica di realtà della cultura e della produzione cinematografica che l’Italia non può perdere, ma deve rilanciare urgentemente. Spero che potremo raccogliere su questi temi anche il consenso dei settori della maggioranza che non possono più sopportare l’immobilismo del governo nelle politiche culturali”.

“Serve un intervento immediato e straordinario da parte del governo per salvare Cinecittà Luce. Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia sarebbe un fatto di gravità inaudita costringere alla chiusura uno dei simboli più prestigiosi della cultura italiana e del cinema mondiale”, così Fabio Granata, capogruppo Fli in Commissione Cultura. “Cinecittà Luce rappresenta la memoria culturale delle attività cinematografiche e attraverso l’attuale assetto manageriale svolge un’attività indispensabile di promozione, sostegno e produzione fondamentale per la qualità e la competitività del cinema italiano. Dopo tante promesse di Bondi tradite da Tremonti, ora serve subito un segnale dal governo, altrimenti partiranno i titoli di coda della più antica e nobile istituzione cinematografica del mondo”.

 

“E’ tempo che andiamo denunciando il pericolo concreto della crisi di Cinecittà e della chiusura di Cinecittà Luce, vero patrimonio ineguagliabile di memoria e materiali audiovisivi”, dice Vincenzo Vita del Pd ricordando di aver proposto al governo, prima dell’estate, di condividere un provvedimento d’urgenza che salvasse la società e i lavoratori. “La terribile miscela di disinteresse e macelleria finanziaria ha portato alla situazione attuale. Siamo solidali con tutti coloro che operano nel settore e stiamo lavorando per trovare una soluzione. In particolare nella sede del comitato ristretto sulla riforma del cinema, insediato dalla Commissione Cultura del Senato, chiederemo, nelle prossime ore, di stralciare proprio la parte sul gruppo cinematografico pubblico. E ci attendiamo, al di là delle dichiarazioni di maniera, la disponibilità del governo e della maggioranza a discuterne in tempi strettissimi”.

 

“In questi anni abbiamo assistito alla progressiva e costante riduzione del FUS, ma nessuno pensava che questo governo arrivasse ad un taglio così drastico da comportare di fatto la messa in liquidazione di Cinecittà Luce”. Lo dichiara il capogruppo regionale dell’Udc e componente della commissione regionale Cultura Francesco Carducci. “Dai 17,2 milioni di euro stanziati nel 2010 siamo passati ai 7,5 milioni per il 2011, una cifra irrisoria che rischia di mettere in ginocchio la più grande istituzione culturale cinematografica italiana, il braccio operativo del ministero dei Beni Culturali per quanto riguarda il cinema – afferma Carducci – Cinecittà Luce, infatti, si occupa non solo della promozione del cinema all’estero ma attraverso il suo prezioso archivio è la memoria storica del nostro paese. Serve una mobilitazione generale e rivolgo un appello a tutto il mondo politico, culturale e civile per impedire – conclude Carducci – che un così grande patrimonio si disperda causando un danno gravissimo ad un comparto prestigioso che ha rilevanti ricadute sul nostro tessuto economico e culturale”.

“L’Istituto Luce, ora Cinecittà Luce, è parte integrante della storia del nostro Paese. Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, oltre a celebrare la nostra identità, sarebbe importante che si facesse di tutto per preservare i luoghi dove essa si è formata e consolidata”. Lo afferma, in una nota, il vice-capogruppo vicario del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello.

“Nell’anno in cui si celebra il 150° dell’Unità d’Italia il marchio audiovisivo più importante del Paese e uno tra i più antichi al mondo, Cinecittà Luce, rischia la chiusura. Sono in pericolo i posti di lavoro degli oltre 100 dipendenti e un immenso patrimonio, quello dell’Italia audiovisiva dal 1923 ad oggi. La denuncia arriva dall’amministratore delegato di Cinecittà Luce, Luciano Sovena, ed è gravissima”. Così Vannino Chiti, vicepresidente del Senato e commissario del Pd Lazio. “I tagli alla spesa pubblica, come ha ben sottolineato il presidente Napolitano – aggiunge – non possono essere fatti con il machete e non su ciò che ha reso grande l’Italia nel mondo e rappresenta il nostro capitale più prezioso. Minacciarne la sopravvivenza dimostra che la destra nei fatti considera questa immensa ricchezza solo un costo e non una risorsa. Sottrarre investimenti alla cultura significa andare contro gli interessi dell’Italia stessa, di una tradizione che non ha eguali. Per la salvaguardia di questo patrimonio e, in generale, della cultura, tutti i contributi sono da apprezzare e bene ha fatto il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, ad intervenire e a impegnarsi, ma voglio sommessamente ricordargli, visto che sembra averlo dimenticato, il suo far parte, e ad alti livelli – conclude Chiti – della stessa maggioranza di governo che ha determinato questi tagli sconsiderati”.

“Anche noi, come tanti addetti ai lavori, siamo preoccupati per la pesante mole di tagli che dovrà affrontare Cinecittà Luce. Un conto è la doverosa razionalizzazione delle risorse e la lotta agli sprechi, un altro è mettere a rischio la stessa sopravvivenza di uno storico riferimento cinematografico e culturale come Cinecittà e di un’inestimabile memoria audiovisiva come l’Archivio Luce. Ci auguriamo che il governo voglia dare al più presto garanzie precise sul futuro di questi due cardini della cultura italiana e risposte ai lavoratori, che non meritano di pagare sulla loro pelle l’incertezza che regna intorno al ministro Bondi e al suo dicastero”. E’ quanto chiede, in una nota, il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa.

 

“Si tratta di cifre assai limitate a fronte della esigenza di mantenere in attività istituzioni culturali come Cinecittà Luce che costituiscono un elemento assai importante per la nostra memoria storica. Condivido l’appello al governo fatto dal Presidente Gasparri”, dice il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto.

 

“Cinecittà rappresenta da moltissimi anni un patrimonio di inestimabile valore non solo per Roma ma per tutto il nostro Paese. La sua chiusura sarebbe quindi un oltraggio al mondo della cultura e un vero e proprio atto delittuoso, che provocherebbe danni irreparabili all’occupazione e allo sviluppo del settore cinematografico e in particolare del nostro territorio”. Lo dichiara il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. Che aggiunge: “Cinecittà Luce riveste una funzione fondamentale per promuovere la cultura cinematografica e distribuire le opere prime, svolgendo un lavoro prezioso per scoprire nuovi talenti. Una struttura di questo livello deve essere sostenuta e la destra non può permettersi di far perdere al mondo della cultura italiana una delle sue eccellenze. Il governo non può pensare che tagliare i fondi alla cultura rappresenti una valida soluzione per far quadrare i conti. Non investire significa infatti penalizzare fortemente il nostro Paese, compromettendo ogni possibilità di crescita per i giovani che già sono costretti a guardare al futuro con preoccupazione e poca speranza”.

“Cinecittà rappresenta una parte importante del nostro patrimonio culturale, del Lazio e di tutto il paese, e per questo va tutelata e valorizzata”. Lo afferma il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. “La Regione Lazio non farà mancare il suo impegno – ha continuato – lavorando in sinergia con il ministero dei Beni Culturali per affrontare il tema del necessario rilancio di Cinecittà, che da sempre contribuisce al contesto culturale regionale e nazionale”.

“Continua l’opera di distruzione della cultura italiana, delle sue istituzioni e del suo patrimonio da parte del governo Berlusconi. Mentre è ancora in atto la lotta dei lavoratori e di tutte le organizzazioni del cinema italiano contro il rischio di speculazione immobiliare nell’area di Cinecittà, oggi a causa dei tagli al Fondo unico dello spettacolo è a rischio la vita stessa di Cinecittà Luce”. A parlare è Stefania Brai, responsabile nazionale Cultura di Rifondazione comunista. “Con un finanziamento per il 2011 di soli 7 milioni e mezzo, si decreta di fatto la morte di una istituzione prestigiosa e conosciuta in tutto il mondo, di un archivio che possiede materiali di valore storico inestimabile, di un’attività insostituibile e vitale per il cinema italiano, in particolare in un momento di crisi come quello attuale: la produzione di documentari e di opere prime e seconde, la distribuzione di film d’autore, la promozione in Italia e all’estero. Tutto questo – prosegue la Brai – avrà inoltre ripercussioni enormi sui posti di lavoro di tutto il settore. Rifondazione comunista chiede che Cinecittà torni ad essere un’istituzione interamente pubblica sostenuta da finanziamenti certi per poter ritornare a svolgere il suo ruolo istituzionale di volano della produzione cinematografica di qualità. I fondi ci sono: mentre si tagliano le risorse per la scuola, l’università, la ricerca e la cultura, le spese militari nel nostro paese sono aumentate del 49% rispetto al 2000. Il nostro Paese – conclude l’esponente del Prc – ha bisogno di investimenti in cultura e conoscenza, non in armamenti”.

Forte preoccupazione è espressa anche dal sindaco di Roma Gianni Alemanno: “Cinecittà, dopo Hollywood, è la più grande casa del cinema, in Italia e nel mondo. I suoi studi costituiscono un patrimonio da difendere, così come l’archivio, immenso e storico, del vecchio Istituto Luce”. E Alemanno lancia un appello al governo “perché trovi una soluzione valida per non disperdere le straordinarie risorse di Cinecittà ma capace allo stesso tempo di investire nel settore e tutelare un’istituzione così importante. Incontrerò presto i vertici di Cinecittà Luce per affrontare meglio l’argomento”.

“La ventilata chiusura di Cinecittà è di per sé un cattivo pensiero: frutto di una pericolosa deriva dei nostri patrimoni culturali”: è l’opinione di Sergio Zavoli, presidente della Commissione di vigilanza Rai. “Privare le prossime generazioni di una così straordinaria testimonianza storica del nostro Paese vorrebbe dire privarle anche di una parte assai rilevante della sua identità antropologica. Sarebbe un’operazione, anche se ben dissimulata, vagamente barbarica”.

 

 

autore
10 Marzo 2011

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