Coproduzione e sinergie distributive tra Italia e Balcani

Al Balkan Film Festival, in corso fino al 12 novembre a Roma, si è parlato del fermento creativo che attraversa la cinematografia balcanica e delle prospettive future


I festival cinematografici non sono più solo manifestazioni attraverso cui il pubblico avvicina orizzonti creativi meno consueti. Sono diventati anche occasioni di confronto sui problemi del cinema e quindi luoghi in cui se ne prepara il futuro.

Al Balkan Film Festival, in corso dal 7 al 12 novembre a Roma, si è dunque parlato del fermento creativo che attraversa la cinematografia balcanica e degli strumenti per creare, in prospettiva, le condizioni perché essa possa esprimere le sue notevoli potenzialità. Il workshop “Coproduzione e sinergie distributive italo-balcaniche”, organizzato alla Casa del Cinema si è così concentrato, appunto, sulle co-produzioni.

 

Enrico Bufalini, in qualità di project manager di Europa Creativa e direttore dell’Archivio Luce, ha evidenziato come “le coproduzioni tra l’Italia e i paesi di fronte a noi sono state molte negli ultimi anni”. Questo è avvenuto anche grazie a iniziative come Europa Creativa o Euroimages, programmi o fondi europei pensati per facilitare la collaborazione tra le diverse cinematografie.

In questo modo, spiega Bufalini, “si sono conseguiti molti risultati, primo fra tutti quello contribuire alla creazione di un cinema e di un modello di produttore europei”. Il presupposto sono “le coproduzioni che tengano conto delle differenze culturali e linguistiche, per creare opere con un carattere e un potenziale transnazionale”.

Al problema delle differenze linguistiche ha accennato anche Jonid Jorgy. Il regista albanese ha fatto notare come, a differenza della sua, le nuove generazioni non parlino più l’italiano, sostituito dall’inglese delle produzioni hollywoodiane. Ciò rappresenta un ostacolo sul piano della distribuzione, che pone il problema del costo dei doppiaggi e spiega la scarsa presenza di opere italiane nelle sale dei paesi balcanici, lamentata in molti degli interventi.

Come superarlo? La proposta suggerita dal regista montenegrino Alexander Vujović è “creare un fondo comune tra Film Commission italiane e i corrispondenti centri cinematografici dei paesi balcanici”. Vujović è convinto che “i tempi siano maturi per un passo che può essere compiuto anche includendo nei bandi di finanziamento garanzie rispetto alla distribuzione nei paesi interessati”.

Un passo altrettanto necessario è infittire le occasioni di incontro tra le due sponde dell’Adriatico. “Serve una maggiore conoscenza tra gli operatori del settore”, ha sottolineato il croato Cris Marchich. “E’ quindi necessario trovare dei canali istituzionali per moltiplicare le occasioni di scambio”.

Una necessità su cui i rappresentanti delle Film commission si sono detti del tutto d’accordo: “Bisogna creare degli appuntamenti durante l’anno per far incontrare le diverse cinematografie. In questo modo si possono trovare quelle sintesi indispensabili per co-produzioni che abbiano un comune denominatore”, ha concluso Francesco Gesualdi, presidente della Film Commission Marche.

Se, insomma, si creano le condizioni per intensificare le co-produzioni, il futuro del cinema balcanico non potrà essere che roseo.

Martino Scacciati
09 Novembre 2023

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