VENEZIA – “La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine”. Parole di Giovanni Falcone che danno il senso di un piccolo film della Mostra, Convitto Falcone di Pasquale Scimeca, proiettato tra gli eventi speciali alla presenza di Maria Falcone. Un cortometraggio di 30′ realizzato su indicazione della Fondazione Falcone e dello storico collegio palermitano. Il Convitto esiste da 150 anni e dal ’99 ha preso il nome del magistrato ucciso dalla mafia, che da bambino aveva studiato tra queste mura fatte costruire dai gesuiti nel Cinquecento.
“Mi hanno chiesto di realizzare qualcosa per i vent’anni della strage di Capaci – racconta il regista siciliano – ma non volevo entrare nel mare della retorica, così mi è sembrato perfetto questo punto di vista, ispirato a un breve racconto di Giuseppe Cadili“. La storia, sulle note di Povera patria di Battiato, rifatta anche in versione voci bianche, è quella della “conversione” alla legalità di un giovanissimo allievo, Antonio, figlio di contadini. Arriva in prima media da un paese delle Madonie con una borsa di studio, ma è a disagio, non accetta di vivere lontano da casa, nonostante le attenzioni del professor Carella (Marcello Mazzarella). Distratto e scostante, decide di truccare la finale del torneo di calcio scolastico, ricattando il compagno che dovrà arbitrarla. Eppure è uno dei ragazzi della scuola Falcone, dove si insegna innanzitutto a essere uomini, a coltivare il senso della legalità e lottare contro l’ingiustizia. “Falcone è una presenza morale per i ragazzi del nostro tempo – dice ancora l’autore di Placido Rizzotto – e il film lo mostra in senso rosselliniano attraverso una pedagogia per immagini. Per questo lo faremo circolare nelle scuole, come è già accaduto con Rosso malpelo“. Come in quel caso i proventi andranno a finanziare un progetto di solidarietà nel terzo mondo. “In Ecuador i missionari Giuseppini si occupano dei ragazzi di strada. Nella città di Santo Domingo con i soldi guadagnati col film costruiremo una Casa Falcone dove accogliere adolescenti nati e cresciuti nell’illegalità, che spesso non hanno neanche un nome”.
Intanto in Convitto Falcone, accanto agli attori come Donatella Finocchiaro, Guja Jelo, Enrico Lo Verso e il già citato Mazzarella, recitano gli allievi della scuola e nel ruolo principale c’è Pietro D’Agostino. “Viene da San Giuseppe Jato, il paese dell’assassino di Falcone”. Un’altra traccia di quel rovesciamento necessario “in un’epoca in cui la corruzione e l’ipocrisia, la retorica e i miserevoli interessi di parte guidano il pensiero e l’azione di tutti noi”.
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