CANNES – Nel dibattito sull’educazione di un nuovo pubblico per il cinema al Festival di Cannes fa capolino un punto di vista in più che vede nella fruizione cinematografica un alleato alla lotta contro la pirateria. Quello che potrebbe sembrare un paradosso, in fondo chi pirata lo fa proprio per accedere alla visione, si va via via evidenziando come l’arma migliore in mano all’industria per disincentivare lo streaming illegale.
A parlarne dettagliatamente sono i partecipanti del Rendez-vous “The Art of Educating Youth on Respect for Intellectual Property in Italy, Spain, UK and USA” proposto dall’Italian Pavilion e realizzato da Cinecittà in collaborazione con l’MPA. L’incontro fa parte degli eventi dedicati all’internazionalizzazione del nostro cinema curati da Roberto Stabile, responsabile progetti speciali MiC-Cinecittà. Ed è proprio l’amministratore delegato degli Studios, Nicola Maccanico a esplicitare quanto sia determinante per il futuro dell’industria dare maggior credito alle esigenze del pubblico dei più giovani. “Il modo in cui veicolare il messaggio antipirateria sta cambiando: dopo una prima fase concentrata sull’acquisizione della consapevolezza che si stava compiendo un reato, la grande rivoluzione digitale, migliorando la tecnologia, ci ha dato più strumenti per battere i pirati sul loro stesso territorio. Adesso affrontiamo la pirateria sul piano dell’offerta e della qualità perchè le piattaforme legali hanno prezzi accessibili e propongono un livello di tecnologia, quindi di visione, maggiore di quanto non possano fare i siti illegali. In questo modo stiamo veicolando un messaggio importante ai giovani: non vi conviene piratare perchè la fruizione non è all’altezza e i prezzi contenuti vi permettono di trovare più facilmente i contenuti in modo legale. Inoltre, l’accelerazione causata dal periodo pandemico ha stravolto l’ordine gerarchico dello sfruttamento. Prima la window era più estesa e andava incontro alla pirateria, ora lo spettatore più giovane ha imparato che può riuscire a vedere un film in tempi più contenuti: per lui la liberà di scelta e la flessibilità sono ormai valori acquisiti e l’industria non solo non può non tenerne conto ma deve avvalersene, usandoli contro la pirateria”.
A fare eco a diversi dei temi affrontati da Maccanico è Stan McCoy, President and Managing Director MPA EMEA che individua tre filoni principali per lottare contro la pirateria: proteggere e rinforzare i diritti dell’industria, educare e spingere i consumatori a compiere le scelte giuste, e proporre un’offerta legale che non tema confronti. È inoltre utile far capire cosa ci sia in gioco se si preferisce la strada dell’illegalità: per anni si è puntato sulle conseguenze in termini penali ma è cruciale far capire che l’industria è fatta da migliaia di persone, membri delle crew e delle troupe il cui posto di lavoro è a rischio. Non solo, la campagna statunitense Get it right punta anche sulle conseguenze cui i ragazzi potrebbero andare incontro, ad esempio se i loro smartphone venissero hackerati e i dati sensibili rubati e diffusi.
Le campagne pubblicitarie, da sempre cruciali per la crescita della consapevolezza, stanno quindi cambiando pelle ma continuano anche a scommettere su volti noti. In questo senso l’incontro è a ben vedere anche una sessione di best practise come notato da Sabine Henssler, Director of Communications for the Motion Picture Association, moderatrice del Rendez-vous. Per Estela Artacho Garcia-Moreno, President and Director General FEDICINE, di promozione anti pirateria c’è ancora molto bisogno ed è più efficace quando supportata da veri e propri personaggi che possono fungere da testimonial. Un approccio sposato anche dall’olandese Paul Solleveld, General Secretary Dutch Copyright Foundation il quale, dal suo paese, mostra l’efficacia della campagna con il vlogger Tobias che interviene con interviste a personaggi famosi su temi anche spinosi come le fake news e la gestione della celebrità. Liz Bales, Chief Executive Industry Trust for IP Awareness and DEG International, svela che nel Regno Unito i maggiori consumatori di pirateria sono i giovani tra 16 e 24 anni, fruitori ormai autonomi e con poca capacità di acquisto. Intervenendo con campagne nelle scuole su individui più piccoli, ovvero i teenager, si spera di poterli educare a non usare gli streaming pirata, intercettandoli magari sui social e disincentivando i comportamenti sbagliati nella speranza che non li adottino, perchè come recita un vecchio claim, prevenire è meglio che curare.
E in Italia? La FAPAV ha appena festeggiato, peraltro a Cinecittà, i 10 anni della campagna a tutela della proprietà intellettuale Rispettiamo la creatività e non si contano le iniziative antipirateria messe in campo dal 1988, anno della fondazione ad oggi. Il Segretario generale della federazione, Federico Bagnoli Rossi ricorda la più recente We are stories, campagna presentata il 16 dicembre 2021 nata dallo sforzo congiunto di FAPAV, Anica, Mpa e Univideo che parla ai giovani creativi dei rischi per le loro carriere celati dietro a scelte di consumo sbagliate. Ora, l’iniziativa formata da sette spot, mandati in onda anche da Sky, sta per approdare al mondo virtuale quando arriverà sui social il 30 maggio.
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