Come si sarebbe potuto evitare l’11 settembre

In sala con la Arch Film dal 2 marzo il documentario 'A Good American'


Siamo ormai tutti sotto controllo, grazie all’intelligence Usa, e non solo. E a rischiare è lo stesso Donald Trump. È quello che sostiene il regista Friedrich Moser e il principale protagonista, Bill Binney, di A Good American, docu-thriller co-prodotto da Oliver Stone (in sala con la Arch Film dal 2 marzo, in cui appunto Binney, genio matematico ideatore di un programma di sorveglianza, rivela come i servizi di sicurezza americani avrebbero potuto evitare l’11 settembre e i successivi attentati. Come? Semplice, Binney, critto-matematico, decodificatore, analista dell’intelligence già Direttore Tecnico della National Security Agency (NSA) aveva fatto una scoperta straordinaria sviluppando un programma in grado di captare qualsiasi segnale elettronico sulla terra, filtrarlo e fornire risultati in tempo reale. Tutto questo senza invadere la privacy. Un programma perfetto – a parte per un dettaglio non da poco: troppo economico. Per questo motivo i vertici della NSA, bramosi di dollari, lo hanno scaricato – tre settimane prima dell’11 settembre. E ora Binney, oggi a Roma per presentare il documentario insieme al regista, dice: “la situazione oggi è molto più pericolosa. Vengono raccolti dati anche contro l’attuale presidente degli Stati Uniti e forse solo Trump oggi ha il potere di fare piazza pulita di tutto questo”. Il 31 ottobre 2001 Binney di fatto, come si vede nel documentario, da le dimissioni dopo aver scoperto che elementi del suo programma di monitoraggio dati (ThinThread) erano stati usati per spiare la popolazione americana.

“Il comportamento umano è estremamente schematizzato e prevedibile – dice Binney nel film – Bisogna solo individuare i modelli e interpretarli correttamente”. Insomma, tutto si può calcolare e prevedere, anche un attacco terroristico. Tra le scoperte di questo bel documentario anche i ritardi, da parte dell’Intelligence Usa, a capire che ormai il campo di battaglia era sul fronte del digitale. Furono proprio Binney e la sua squadra ad aver iniziato l’NSA al mondo digitale dove si combatteva la nuova guerra fredda. E questo molto dopo la stessa Al Qaeda. Fatto sta che tre settimane prima dell’attacco dell’11 settembre, il generale Michael V. Hayden, direttore dell’agenzia di sicurezza americana, decise di boicottare un programma funzionante ed efficiente, ThinTread, sostituendolo con un altro sistema di sorveglianza, Trailblazer Project, pagato miliardi di dollari a un’azienda privata, che fallirà miseramente nel prevenire l’attacco alle Torri Gemelle. “Ora è noto che questo stesso software di controllo dati americano – spiega il regista – è in possessodello stesso governo siriano. E questo grazieun’impresa tedesca. E questo vale ancheper altri paesi, compresi quellidell’unione europea”. Il pericolo di questo Grande Fratello mondiale sottolinea Binney:”è che nel software utilizzato oggi. Sono stati rimossi tre filtri fondamentali a danno della privacy di ognuno di noi. E paradossalmente, questi filtri rimossi non aiutano affatto a scovare i terroristi, come dimostrano appunto i recenti attentati in Europa e non solo”.

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24 Febbraio 2017

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