Claudio Santamaria: in vista film di denuncia sull’industria farmaceutica


FIRENZE – Claudio Santamaria interpreterà un commerciante farmaceutico nel film Il venditore di medicine, esordio di Antonio Morabito realizzato in regime di co-produzione con la svizzera Peacock Film. A darne notizia è lo stesso attore, a Firenze per presentare al festival France Odeon, di cui CinecittàNews è Media Partner, il film di chiusura Pauline Détective. “Abbiamo finito le riprese in Puglia una settimana fa – dice – Il film è co-sceneggiato con Amedeo Pagani e Michele Pellegrini, e racconta dell’industria farmaceutica attraverso l’esperienza dell’ultima ruota del carro. Chi vende medicinali è costantemente sotto pressione, deve ottenere risultati, specie ora che c’è la crisi. Dell’esperienza con la Svizzera ho apprezzato soprattutto il grande rispetto per il lavoro dell’attore, il silenzio sul set. In Italia siamo più improvvisatori e spesso il regista si trova a dover urlare e bestemmiare per ottenere l’attenzione della troupe. Lì, invece, anche sul set è come se costruissero orologi. A novembre inoltre tornerò a teatro con la pièce irlandese “Occidente solitario“, che già avevo interpretato lo scorso anno”.

Tornando a Pauline Détective, il film è una divertente commedia con tinte di giallo, parzialmente girata in Liguria, in cui Claudio interpreta un affascinante bagnino/animatore, di cui s’innamora la protagonista Sandrine Kiberlain, giornalista di cronaca nera, appena mollata dal fidanzato, che in cerca di relax si ritrova invece a indagare su un delitto. Nel film c’è anche Sabrina Impacciatore, mentre lo accompagna oggi, a Firenze, il regista Marc Fitoussi. “Il soggetto del film – racconta l’autore – mi imponeva l’ingaggio di attori italiani. Non sarebbe stato credibile usare attori transalpini che imitassero il vostro accento. Claudio lo conoscevo, ma devo ammettere che all’inizio il suo francese stentato mi dava qualche preoccupazione. Avevo persino pensato di sostituire il suo personaggio con quello di un francese. Ma poi ha studiato, si è preparato, e devo dire che lo avrei scelto anche se non avessi avuto questa ‘costrizione’ dalla storia. Gioco molto sui luoghi comuni, lo ammetto, è un’Italia da cartolina e Claudio non poteva che guidare un’Alfa Romeo, e gli ho chiesto di gesticolare molto, di indossare costumini succinti e un improbabile orologio azzurro. Ma è una commedia, una storia per l’infanzia, sono curioso di vedere come reagirà il pubblico italiano, anche se nel vostro paese non c’è ancora una distribuzione”.

C’è da dire che l’attore, in ruolo brillante – che per lui è abbastanza raro – se la cava egregiamente: “Non mi si vede molto spesso in commedie – spiega – perché le commedie che si producono in Italia in linea di massima non m’interessano. Anche per questo motivo molti di noi scelgono di lavorare in Francia. Qui si producono 30 film, lì 250, c’è molta più possibilità, ci sono produttori molto appassionati che non pensano solo al profitto e poi si tratta di sole due ore d’aereo. Io per ora non ho progetti ma ho un agente francese. Oltralpe avevo già girato 600 chili d’oro puro e tutti mi tessevano le lodi del cinema italiano, raccontandomi che c’era un periodo in cui il giovedì sera, alla tv francese, trasmettevano i nostri film e categoricamente non si usciva di casa per guardarli. Poiché venivo da Diaz, uno dei film più duri che abbia mai girato, la commedia di Fitoussi per me è stata veramente una boccata d’aria fresca”.

“Ho scelto l’Italia – conclude Fitoussi – perché aveva il giusto sapore esotico e mi dava la possibilità di trasportare la protagonista in un luogo dove si sentisse spaesata, perché non conosceva la lingua, ma che al contempo fosse molto piacevole. Mi sono ispirato al vostro cinema anche per le scene dei delitti, un po’ alla Dario Argento, o per la musica, che ricorda un po’ Stelvio Cipriani. Il finale è aperto, magari la protagonista tornerà in un’altra indagine, come nei gialli di Agatha Christie“.

 

A completare l’offerta dell’ultimo giorno di festival, ci saranno il biopic Renoir di Gilles Bourdos, sul celebre pittore padre dell’altrettanto famoso regista, e il vincitore del premio per la miglior sceneggiatura a Venezia, Après-Mai di Olivier Assayas.

autore
04 Novembre 2012

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